giovedì 28 settembre 2017

Review Party "La congiura dei monaci maledetti" di Carmelo Nicolosi De Luca

Review Party
La congiura dei monaci maledetti
Carmelo Nicolosi De Luca

Formato: Copertina rigida
Pagine: 372
Genere: Thriller 


Giudizio sintetico


Il 23 Maggio 1498 Girolamo Savonarola venne arso al rogo in Piazza della Signoria a Firenze per aver criticato la diffusione di corruzione e decadenza all'interno della Chiesa, soprattutto durante il pontificato di Alessandro VI, alias Rodrigo Borgia , deciso ad eliminarlo in accordo con i Medici, signori di Firenze, anch'essi malvisti dal frate domenicano.
Proprio quel 23 Maggio Savonarola venne torturato e brutalmente ucciso per impiccagione e poi arso al rogo, insieme a due fidati servitori.
Questa brutalità non venne mai dimenticata, soprattutto da coloro che appoggiarono e difesero strenuamente l'opera di Savonarola, i frateschi e che, ancora oggi, si tramandano di padre in figlio la missione di ricordare e vendicare la brutalità e la successiva omertà della Chiesa...

Palermo, un libraio specializzato in testi antichi viene trovato morto, ucciso da uno strano pugnale caratterizzato da una croce rossa, risalente alla fine del 1400.
Le indagini della squadra mobile di Palermo si intersecano con le ricerche giornalistiche di Sergio Nato, giovane e spigliato reporter catturato dalla enigmatica situazione che ruota attorno alla morte del Libraio Scandurra.
Qualche giorno dopo a Firenze viene trovato morto un collezionista ed esperto di libri antichi, anch'esso trafitto da un pugnale identico a quello utilizzato per uccidere Scandurra.
Sullo sfondo delle indagini si fa strada un'enigmatica teoria, una misteriosa setta sembra voler recuperare qualcosa che ha unito due città così distanti e due uomini così simili.
Quale mistero si cela dietro questi omicidi? Quale ruolo ha Girolamo Savonarola in tutto questo?
In una dimora antica, un personaggio dal sangue blu impartisce ordini, finalmente la missione della sua famiglia sta giungendo al termine, bisogna eliminare gli ostacoli, di qualunque natura essi siano e  completare la vendetta nei confronti della Chiesa.
Si troveranno così a dover collaborare la polizia di Palermo e Firenze, la questura di Roma , Città del Vaticano e Sergio Nato, il giornalista coraggioso sfiorato da un'unica incognita: chi o cosa era quel monaco visto la sera dell'omicidio Scandurra fuori dal Pantheon di Palermo?

Un thriller storico coinvolgente, completo e affascinante dove, attraverso serrate indagini e misteri svelati, si scoprono dettagli di una storia drammatica quanto avvincente, quella di Girolamo Savonarola, originale spunto per un romanzo che unisce passato e presente in misteriose connessioni di vendetta e sete di potere.
Troviamo così associati omicidi frutto di ricerche senza pietà di un passato da riportare a galla e interessi personali di membri di una setta che, a differenza di colui che l'ha ispirata, non nutre risentimento, uccide e lucra anche attraverso opere benefiche necessarie a "coprire" i loschi interessi economici.
Una storia di corruzione passata che incontra la corruzione dei nostri giorni, vittime passate che mal si accostano ai cattivi propositi del presente, una lotta al malcostume condotta da persone disoneste.
Un thriller che capace di unire diverse tematiche dal filo conduttore della storia, della religione e dei "gangster in cravatta" dei giorni nostri.
Un'indagine che si segue passo per passo, svelando dettagli che si scoprono lentamente insieme ai protagonisti, un'unione di personalità capaci di avere un ruolo individuale in una squadra infallibile.
Una corsa contro il tempo che non permette al lettore di staccarsi dalle pagine, misteri fitti che, risolvendosi, ne creano di nuovi.
Una trama originale, una velocità di lettura direttamente proporzionale al fascino della storia narrata, suspance e misteri che coinvolgono e rappresentano una grande tecnica dell'autore capace di non far calare mai l'attenzione nei confronti della sua riuscitissima opera.


Carmelo Nicolosi De Luca


È nato a Catania, ma vive a Palermo, dove scrive per il «Giornale di Sicilia». Ha lavorato 23 anni per il «Corriere della Sera». Ha curato inchieste e servizi da Europa, Asia, Africa, Medio Oriente, Sudafrica, Americhe, intervistando molti personaggi che hanno fatto la storia mondiale, tra cui Nelson Mandela. Si è dedicato solo al giornalismo fino a pochi anni fa, quando è ritornato alla vecchia passione di scrittore, pubblicando L’Italia degli inganni. Il genere che preferisce, però, è il thriller. L’autore è stato insignito, nella sua carriera, di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.

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In uscita oggi...da non perdere!!

mercoledì 27 settembre 2017

Recensione "Ci vediamo un giorno di questi" di Federica Bosco - Garzanti Libri

Ci vediamo un giorno di questi
Federica Bosco

Formato: Copertina rigida
Pagine: 310
Genere: Romanzo 
EditoreGarzanti Libri


Giudizio Sintetico


Non tutti hanno la fortuna di condividere la propria vita con un amico o un'amica che ha vissuto, insieme a noi, ogni evento dall'infanzia all'età adulta.
Non tutti possono crescere, maturare, innamorarsi, soffrire, gioire e confidarsi con la stessa persona da sempre.
Chi ha avuto questa opportunità però, non può perdersi troppo nella dolcezza dei ricordi, di quegli anni dai capelli vaporosi e musica nelle orecchie, orecchini a cerchio e trucco dai colori accesi.
Ad un certo punto la vita passa al livello successivo, le amicizie devono sopravvivere o soccombere, sono chiamate a tenere il passo con le problematiche e i doveri dei "grandi", devono saper essere solide e indistruttibili anche nella quotidianità e nelle problematiche dell'età adulta.

Il 18 Aprile 1987 Caterina e Ludovica segnano l'inizio ufficiale di un'amicizia che unisce due caratteri diversi, la prima forte e determinata, la seconda insicura e bisognosa di una guida, necessari al completamento di loro stesse, si prendono per mano e affrontano la vita e tutto ciò che ne deriva, la fine della scuola, il lavoro, le famiglie poco presenti e la maturità.
Proprio l'incapacità di Cate di maturare, le porterà a dividersi prima e ritrovarsi poi, a fare le "mamme", unite e cresciute, uno spartiacque necessario ad affrontare il primo gradino della scala dell'amicizia in età adulta.
Una scala, quella della vita, capace di allontanare, dividere, provare a smembrare quella che ormai è un'anima sola.
Tra Ludo e Cate si inseriranno nella storia variabili impreviste, amori morbosi e malati, tentativi di raggiri, difficoltà sul lavoro e uomini dimenticati.
Ludo, dal carattere fragile e insicuro sarà vittima e salvatrice, Cate diventerà protagonista della sfida più grande e la famiglia di Ludovica, prima con i silenzi e poi con i fatti, entrerà prepotentemente nella storia a sottolineare quando amicizia e famiglia siano necessari nelle sfide quotidiane.

"Ci vediamo un giorno di questi" è il primo romanzo di Federica Bosco che leggo, una storia che credevo lineare, capace di giostrare un ritmo mai crescente nella prima parte, in grado di pormi di fronte al dubbio di fermarmi per l'incapacità di sopportare un personaggio e le sue violenze.
Come il sole, che si fa spazio tra le nuvole dopo un temporale, Federica Bosco è stata capace di stravolgere la storia donandole un ritmo veloce e sostenuto, inserendo "carichi da 90" nella narrazione, capaci in altri casi di rendere banale e troppo forzata una storia che, in questo caso, è semplicemente perfetta.
Si alternano gioie e dolori, rabbia e pace, serenità e frustrazione, alti e bassi che continuano ad alternarsi come onde di quel mare, che fa da sfondo a tutta la storia, ambientata in Liguria.
Una narrazione veloce e spigliata, una storia raccontata come in un diario da Ludovica dove i dialoghi sono freschi e concreti, adatti a tutte le sfumature che la storia acquisisce.
I temi affrontati sono tanti e dai molteplici gradi di difficoltà ma, in ognuno di essi, l'autrice inserisce luci e ombre e si alternano, per il lettore, pagine di risate e di lacrime in una danza coinvolgente e sconvolgente.
Un libro completo, piacevole, profondo e complesso capace di far riflettere sulla famiglia e sulle amicizie, sul valore della sincerità e della determinazione che, in un'amicizia vera, non può e non deve andare a pari passo con l'egoismo ma con la completa "fusione" delle anime.

.... e se vi dicessi che ci vedrei bene un film?

FEDERICA
BOSCO





Federica Bosco, scrittrice e sceneggiatrice, ha al suo attivo una ricca produzione di romanzi e vari manuali di self-help. È stata finalista al premio Bancarella 2012 e il suo romanzo Pazze di me è diventato un film diretto da Fausto Brizzi.


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giovedì 21 settembre 2017

Review Party "Il guerriero del mare" di Giulio Castelli - Newton Compton Editori

Review Party da oggi, 21 Settembre 2017, in libreria!

Il guerriero del mare
Giulio Castelli

Formato: Copertina rigida
Pagine: 571
Genere: Romanzo storico



Giudizio sintetico





Un conto è studiare le guerre Puniche a scuola, un altro poterci "entrare" e viverle in prima persona attraverso le parole e il racconto della vita di Gaio Lutazio Catulo.
Scoprire così come vivevano i romani della Repubblica, quali usi e costumi si presentavano di fronte ad un viaggiatore lontano, quali nomi e parole sentiamo ancora oggi pronunciare, magari con un significato diverso ma soprattutto quale importanza poteva avere la famiglia d'origine, il fato, l'ingegno e il dio denaro.
Tra guerre, interessi personali, amanti, scontri familiari, déi e nemici, questo romanzo è il perfetto racconto delle nostre radici e della grande lotta per il dominio della Repubblica Romana.

Il romanzo inizia nel 281 a.c., Gaio Lutazio Catulo ha dieci anni e vive con la famiglia appartenete al ceto ricco ma ancora fedele alle buone maniere.
Proprio per questa benevolenza e per lo spirito compassionevole del padre di Gaio, una famiglia facoltosa come quella dei Claudi diventa ostile ai Lutazi perchè vede ostacolato il diritto di lucrare sulle sofferenze degli altri.
Questa strada inaspettata che prende la vita di Gaio e circostanze sfavorevoli, lo portano prima a Cartagine e poi a stringere amicizia con l'anziano della famiglia dei Claudi che sarà prezioso alla formazione personale e politica del ragazzo.
Attraverso la narrazione dello stesso Catulo si ha la possibilità di seguire tutti gli avvenimenti storici che portarono alla guerra con Pirro prima, dove fecero la comparsa in Italia gli elefanti, e alla prima guerra Punica  poi, dove l'ingegno nella costruzione della flotta navale sarà decisivo.
Proprio nella prima guerra punica Gaio Lutazio si distinguerà, e questo gli permetterà di passare alla storia.
In guerra prezioso e decisivo, in patria eroe.
Ma basta il decoro militare ad una vita tranquilla a Roma?
No, infatti la vita cittadina non sarà meno impegnativa di quella sul campo.
Non saranno solo i conflitti familiari a destare preoccupazioni ma anche il matrimonio infelice, l'amore desiderato e impossibile, le congiure, i tradimenti, le amicizie e l'apprensione per tutto ciò che seguirà decisioni politiche e consolari.
Insomma, attraverso il racconto di Gaio Lutazio Catulo, si ha la possibilità di conoscere, scoprire e "vedere" da vicino la vita e tutto ciò che ruota attorno alla "grande Roma".

E' difficile non rimanere affascinati e meravigliati quando si ha di fronte uno scritto così curato, studiato e coinvolgente.
La documentazione e i dettagli architettonici, culturali,  e riguardanti usanze, linguaggio, armi, strategie e vita cittadina, sono il primo merito che deve essere riconosciuto a Giulio Castelli.
L'autore, grande studioso e scrittore di storia tardoantica e medievale, ci dona dettagli utili a capire molto della citta divenuta centro del mondo per secoli.
Un grande romanzo storico, capace di coinvolgere il lettore nella vita di un cittadino romano, meravigliarsi con lui, impaurirsi, rimanere affascinati dall'imponenza nelle descrizioni del faro di Alessandria, inorridire di fronte alle crudeltà della guerra e parteggiare per smascherare i brogli della Repubblica.
Una capacità narrativa capace di racchiudere la vita di una persona, non un lavoro facile ma riuscito perfettamente grazie anche al racconto in prima persona che intensifica fantasia e interesse del lettore.
La completezza storica viene resa curiosa affascinante grazie agli spaccati descritti di vita pubblica dei personaggi, dai sotterfugi e tutto ciò che ne consegue.
La parte centrale, relativa alla guerra in Sicilia contro Cartagine e la conseguente supremazia navale è forse quella che necessita più impegno e concentrazione, ma che aiuta a comprendere fino in fondo i fatti storici per l'intensità del racconto, gli scambi e i tentativi di pace.
Un'ulteriore nota positiva va riservata al glossario dei termini antichi che si trova nella prima parte del libro, utile a comprendere terminologia comune e nomi di città e popoli.
Sapevate per esempio cosa sono le calende o a cosa corrisponde  l'ora dodicesima?  Cosa fosse la "pietra nera"? La composizione delle domus?

Insomma, questo romanzo è un'ottima occasione per capire, conoscere e arricchire noi stessi con la capacità dell'autore di coinvolgere come nei migliori film di avventura o nelle serie tv di successo.
Un romanzo che è il completamento di se stesso che si chiude con la parte iniziale, capace di incuriosire su ciò che sarà, sull'ascesa di Annibale Barca, il "più grande generale dell'antichità".




Giulio Castelli

Narratore, saggista e giornalista professionista, è studioso di storia tardoantica e medievale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo il romanzo Il fascistibile, il pamphlet Il Leviatano negligente, i saggi Potere e inefficienza in Italia e Il Piccolo dizionario 2005. Con la Newton Compton ha pubblicato ImperatorGli ultimi fuochi dell’impero romano476 A.D. L’ultimo imperatore; Il diario segreto di Marco AurelioL’imperatore guerriero, La battaglia sulla montagna di Dio e Il guerriero del mare.





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lunedì 18 settembre 2017

Recensione "Paradisi minori" Megan Mayhew Bergman - NNEditore

Paradisi minori
Megan Mayhew Bergman

La verità è che siamo pazzi, malati d'amore, tutti quanti

Formato: Copertina flessibile
Pagine: 234
Genere: Racconti
Editore: NNEditore


Giudizio sintetico


"Paradisi minori" è un libro di racconti, un unione di parole capaci di contenere e far convivere passato, presente e futuro.
Con una grande capacità narrativa l'autrice inizia a raccontarci esperienze diverse partendo dal presente, raccontando il passato e lasciando grandi incognite sul futuro.
Il senso di questi racconti non va ricercato nel finale a lieto fine o in parole tra le righe, ma nell'esperienza singola capace di generare  verità collettive.

Megan M. Bergman unisce paesaggi agricoli, flora, fauna e il genere umano in una danza di esperienze che hanno come centro gravitazionale le difficoltà quotidiane e il rapporto tra l'interiorità e il corpo, l'empatia e  la compassione.
Scelte di vita e situazione economica non possono niente quando si ha di fronte la malattia, la solitudine, la paura della gravidanza, la mancanza di un genitore o l'apprensione per il proprio animale domestico.
Questo libro ha il potere di fondere l'uomo, l'animale e la natura, l'istinto e l'umanità, il buon senso e la speranza, la responsabilità nei confronti del pianeta e l'egoismo delle scelte.
Leggiamo così esperienze che toccano argomenti simili ma in contesti differenti come il rapporto con i genitori, la gravidanza, la malattia, la morte e l'amore.
I sentimenti e le situazioni che troviamo in queste storie variegate hanno il comune denominatore degli animali, con cui i protagonisti hanno sempre a che fare: il cane di famiglia, il pappagallo della madre, il volontariato in rifugi, la veterinaria, la pesca.
Vittime o carnefici siamo sempre noi a decidere, ma la natura spesso ci ricorda che non siamo onnipotenti e che, a prescindere dalle scelte che prendiamo, l'ultima parola è sua, del modno, di ciò che ci circonda e del trascorrere del tempo che vince su tutto.
La più grande eredità che possiamo lasciarci alle spalle è la completa armonia tra noi e ciò che ci circonda.
L'amore per l'ecosistema passa anche attraverso la compassione verso gli altri animali, la cura delle altre persone e il rispetto per la natura.
Vite che si sfiorano, le nostre, simili e unite dai drammi e dalle felicità quotidiane.
Ognuno di noi, con le sue scelte, i principi e le difficoltà, si troverà sempre a dover affrontare i grandi bivi della vita.

Il toccante rapporto con il destino umano legato agli animali, che ritroviamo in ogni storia, come la figlia che cerca disperata il pappagallo appartenuto alla madre morta che imita la voce della donna, o i pesci pescati dal padre malato che ha il cuore nuovo ma la mente non più lucida.

Una donna incinta impaurita dal lato animale di se stessa ma pronta a difendere con unghie e denti il bambino che nascerà e la ragazza, appartenente ad un gruppo contro la procreazione che decide di tenere in grembo la miglior speranza verso il futuro.

Un libro che si inizia cercando di capirne il contenuto che appare subito chiaro e che continua, tra i vari racconti, in un percorso armonioso ma intenso, piacevole e toccante.
La scrittura e il contenuto così imposto dall'autrice risulta piacevole, illuminante, semplice ma capace di centrare il segno della riflessione.
Il grande messaggio che ho reso mio e che ho scovato tra queste pagine è che siamo il più grande controsenso di noi stessi capaci invece, quando acquisiamo sicurezza, di dosare forza animale e compassione umana, per poter affrontare la vita con rispetto per noi stessi e per ciò che ci circonda.
La bellezza di queste pagine è racchiusa nella realtà sognante dei posti descritti, nel contatto tra uomo e natura, nel tatto e nelle alleanze tra umano e animale e nella profondità dei rapporti umani.
Un libro che lascia il segno con la drammaticità sognante in esso contenuta, capace di diffondere un messaggio da rendere proprio e su cui riflettere perchè, seppur diverse per ognuno di noi, le esperienze quotidiane, in un modo o nell'altro, ci rendono simili nel timore e nella forza, nel riscatto e nella riuscita.
Consigliato a tutti, a chi ama la natura, umana e non, a chi apprezza  racconti diversi uniti dalla convivenza, non sempre pacifica, tra uomo e la natura, a chi sa leggere tra le righe e far proprio un messaggio così prezioso e aperto a tutti.
L'importante non è come andrà a finire ma la scelta al bivio della vita che il racconto affronta.



Autore:
MEGAN MAYHEW BERGMAN


Megan Mayhew Bergman vive in una fattoria nel Vermont con la famiglia e tanti animali. I suoi lavori sono apparsi su The New York Times, McSweeney's, Ploughshares, Oxford American e Best American Short Stories. Paradisi minori è la sua prima raccolta di racconti.




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venerdì 15 settembre 2017

Recensione di "Dunkirk"

Dunkirk
Joshua Levine

Formato: Copertina rigida
Pagine: 403
Genere: Storia/Saggistica
Editore: Harper Collins




Giudizio Sintetico




In genere ci si chiede, quando si è di fronte al confronto tra film e libro che l'ha ispirato, è meglio l'uno o l'altro?
In questo caso mi sento di dire che l'uno completa l'altro!

Inoltre, come per il film, ci si chiede "Ma non era storico?"
No, il libro è pura saggistica, ma permettetemi dire che è "Eccezionale saggistica"!
Non una lettura spensierata e capace di svuotare la mente anzi, ricca di aneddoti e informazioni da fare proprie per arricchire il personale bagaglio storico/culturale.

Non si tratta realmente de "La storia vera che ha ispirato il film" ma piuttosto de "La storia che completa il film"!

"Dunkirk", il libro, è una sorta prequel e sequel del film ed è una spiegazione a tutto ciò che avvenne prima, durante e dopo i fatti del porto, della cittadina e delle spiagge francesi ormai note a tutti.
Mentre nel film "viviamo" la storia attraverso gli occhi dei protagonisti, perché Nolan ha voluto trasmettere allo spettatore le paure, le ansie, la molteplicità delle esperienze personali di quei giorni vissute in prima persona, nel libro arricchiamo le conoscenze su ciò che è stato Dunkerque, cosa hanno significato quei giorni e l'evacuazione di massa, per l'umore e l'esito della seconda guerra mondiale.
Scopriamo così chi erano i giovani soldati arrivati in Francia nel 1939, quali lavori e quale vita vivevano in patria, tra depressione e crisi economica, una guerra ancora da pagare e diffidenza nei confronti della politica.

Viviamo i primi divertimenti da "teen", lo stipendio da dividere con la famiglia ma utile anche per andare a ballare e concedersi le novità come lo swing.
Tra le righe si può cercare di interpretare lo spirito e le motivazione che portavano all'arruolamento volontario migliaia di giovani, cosa essi fecero successivamente in Francia durante la "strana guerra", ovvero il periodo che va dall'invasione della Polonia nel 1939 al Blitzkrieg del Maggio 1940, e come affrontarono la famosa invasione e il ritorno in patria.

Joshua Levine è stato consulente della produzione durante le riprese del film e questo libro sembra volerci raccontare sia le scelte di Nolan, sia tutto ciò che non è stato possibile racchiudere in pellicola.
Da documentazioni, studi e incontri con veterani, nasce questo complesso e completo scrigno di informazioni che ci permettono di dare molteplici nomi a quei soldati che fecero la storia, o per lo meno, ne modificarono il corso.
Non solo Alex, Gibson e Tommy ma Colin degli Highland, Les Gray della Royal Engineers, Arthur della RAF, Ted e George del Royal Army e tanti altri! 
Il contenuto di queste pagine è stato assorbito e accorpato in ciò che vediamo nel film, in molteplici esperienze catturate e intrecciate per farne conoscere il più possibile, perchè chiunque abbia partecipato agli otto giorni dell'operazione Dynamo merita di essere rappresentato.

Nella parte centrale del libro troviamo i contenuti tecnici e approfonditi dei fatti, ci porta a conoscere le strategie militari, le forze e le decisioni politiche, come il rifiuto alla pace di Churchill e la "paura del successo" dei nazisti.

L'invasione della Francia, dove e come nessuno se la sarebbe aspettata, l'avanzata che, per prima allarmò i tedeschi, i litigi e le incomprensioni...e anche un pizzico di fortuna!
Una parte impegnativa che necessita di grande attenzione e volontà di assorbire termini e tecniche militari dell'epoca ma che rappresenta  una grande opportunità per conoscere e ampliare la conoscenza storica.

La parte illuminante e profonda del libro è, ovviamente, la spiegazione minuziosa ma carica di curiosità, documentazione e esperienza dei veterani, dell'operazione Dynamo, l'evacuazione dell'esercito britannico, e in parte francese, dopo l'accerchiamento delle truppe tedesche.
Le "piccole navi", le maree, le condizioni atmosferiche, le comunicazioni impossibili, Spitfire e Messerschmitt, pazzia, ansia e paura, eroismi è crudeltà.

Quei 300.000 soldati in coda per essere salvati, inermi e impotenti, soli ma parte di una distesa infinita di persone in attesa di coloro che sono partiti per riportarli in patria, navi militari prima e civili poi, coloro che hanno risposto ad un appello con grande senso del dovere, capace di dare speranza e nuovo slancio alla seconda guerra mondiale, "spirito" che ha permesso di vincere e di sconfiggere il nazismo.

Io non so se abbiate visto il film o meno ma ho letto di parecchie presunte omissioni...forse però, ogni singolo soldato dei 300.000 intrappolati nel porto francese, avrebbe diritto ad una scena nel film..
Anche la situazione più strana:
"Il mezzo di trasporto meno rassicurante avvistato sulla Manica, tuttavia, fu probabilmente quello di cui parla il capitano dello yacht a vapore SY Killarney, il quale superò un ufficiale francese e due soldati belgi che cercavano di raggiungere l'Inghilterra a bordo di una porta."

Proprio per colmare ciò che presumibilmente manca nel film è necessario documentarsi, leggere e capire le scelte scenografiche e di contenuti della pellicola, la ricostruzione del molo, gli Spitfire autentici come alcune Piccole Navi utilizzate, le uniformi, il pontile di autocarri e molto altro!

Non aspettatevi un romanzo, con dialoghi, suspance e singoli eroismi.
Soddisfate però la sete di conoscenza, di sapere cosa è stato e chi ne ha fatto parte, l'importanza che ha avuto e la nascita di uno spirito evocato ancora oggi.

Credo che chiunque si permetta di giudicare il film (non a livello tecnico ovviamente ma di contenuti), non possa farlo senza aver letto il libro, contiene infatti dettagli utili a capirne senso, scelte, sceneggiatura e molto altro.
Per capire fino in fondo l'uno, bisogna arricchirsi dell'altro!





JOSHUA LEVINE
Ex avvocato penalista e pluripremiato autore di numerosi saggi storici tra cui "Somme".
Voci dall'inferno, ha realizzato diversi documentari per BBC Radio 4. Attulmente vive a Londra








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giovedì 14 settembre 2017

Recensione "I Love Tokyo" - La Pina

I Love Tokyo
La Pina

Formato: Copertina flessibile
Pagine: 240
Genere: Viaggi
Editore: Mondadori


Giudizio sintetico


“I love Tokyo” anch'io. E' una vera e propria affermazione!...oltre ad essere il titolo del libro che La Pina ha voluto dedicare ad una delle città più straordinarie del pianeta.
Il libro mi ha incuriosito sin da subito: sapevo che avrebbe assecondato i miei gusti e la mia passione per il Giappone, e che lo avrebbe fatto in un modo fuori dal comune e mai banale, con lo stile de La Pina. 
E Chiara, ha subito colto l'occasione di regalarmelo...!

“I love Tokyo” è un libro sospeso tra una guida di viaggio e un concentrato di aneddoti sulla capitale giapponese ma, è soprattutto un'intensa e profonda dichiarazione d'amore che La Pina ha scritto per un luogo che non ha eguali sulla Terra.
Sarebbe banale dire che si legge in modo fluido e che ogni riga fa venire voglia di continuare a scorrere le pagine, tanto da scoprire di averlo terminato nell'arco di poche ore. 
“I love Tokyo” è un vero e proprio concentrato di emozioni, non quelle “tipiche” che permeano i viaggiatori alla scoperta di luoghi più o meno esotici ma, le stesse emozioni che ti travolgono appena sbarcati dall'aereo, stanchi per le ore di volo ma eccitati nel voler scoprire una città che è un vero e proprio universo a parte e che non ha eguali sulla Terra, per dimensioni, colori, luci e atmosfere. E poi, c'è la bellezza delle descrizioni di luoghi e situazioni che permettono a chi -  come me, ha passato un'infanzia contraddistinta da fiumi di produzioni e cartoni animati giapponesi – di rivedersi all'interno di scene che evocano ricordi particolarissimi.

Quello che La Pina ha saputo fare con grande passione è stato scrivere un libro che, oltre ad essere un concentrato di consigli e descrizioni, è una delle più complete, aggiornate e contemporanee guide della megalopoli del Sol Levante.
Sono poco più di 200 pagine in cui è possibile conoscere e scovare curiosità sulla quotidianità e sugli usi e costumi, sui luoghi in cui fare shopping, in cui rilassarsi, bere qualcosa o gustare le specialità culinarie, consigli dispensati da una persona che ha avuto la fortuna di tornare in questo luogo magico per oltre quaranta volte.
E' un libro per tutti: per chi ama il Giappone (e in particolar modo Tokyo, ovviamente...), per chi c'è già stato e vuole rinverdire i ricordi e le emozioni (come il sottoscritto), e per coloro che desiderano visitare questa splendida città sospesa tra antiche tradizioni e pura avanguardia tecnologica stando, però, comodamente sprofondati nella poltrona di casa.

“I love Tokyo”, come tutte le dichiarazioni d'amore che si rispettino, alle parole unisce la musica: infatti, tra le pagine del libro vi sono dei Qr code che permettono di ascoltare i brani che danno vita ad una colonna sonora che, Emiliano Pepe (il marito de La Pina) ha composto per questo luogo magico.
Un'unica avvertenza, prima di leggere questo libro: attenzione, una volta terminato, potreste scoprire di esservi profondamente innamorati di questa città meravigliosa che un po' crea “dipendenza”...!


La Pina è una conduttrice radiofonica e televisiva. La sua carriera inizia con Le Pine, rap band tutta al femminile da cui ha tratto poi il suo nome d’arte. Negli anni ‘90 debutta come speaker radiofonica, ora la sua principale attività, e negli anni 2000 si mette alla prova anche come conduttrice televisiva, lavorando per Rai 2, GAY.tv e Deejay TV. Dal 1999 è una delle voci più importanti di Radio Deejay, dove da oltre dieci anni conduce
il programma del tardo pomeriggio Pinocchio, insieme a Diego Passoni e Valentina Ricci. Regolarmente protagonista di stampa e tv, la Pina è la deejay più famosa d'Italia.


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mercoledì 13 settembre 2017

Recensione "Odissea L'Epilogo" di Antonio Giambersio

Odissea - L'epilogo
Antonio Giambersio

Formato: Copertina flessibile
Pagine: 315
Genere: Epico


Giudizio Sintetico


Personaggio epico dell'Odissea e protagonista del viaggio, delle difficoltà e delle avventure più famose  della storia narrata, Ulisse è entrato nella nostra vita da piccoli, probabilmente a scuola, e tutti sappiamo quali difficoltà e spaventose esperienze ha dovuto affrontare.
Dieci anni a Troia, a causa della guerra, e altri dieci nel tentativo di tornare a casa con l'avversità di Poseidone, resi epici dalle peripezie e dagli incidenti affrontati, capaci di affascinare, catturare e viaggiare con la mente.
L'Odissea termina con il "Libro XXIV" con il Dio Ermes che accompagna le anime dei Proci nel regno dei morti, Odisseo che torna a casa, riconosciuto solo dal fedele cane Argo e dal resto della famiglia, la sete di vendetta dei Proci sopravvissuti e un'altra guerra risparmiata da Atena e Zeus che spingono le parti a siglare la pace.
Odisseo re vendicativo ma anche creatore di pace ed equilibrio tra i popoli.

Ma se questo non fosse l'epilogo dell'Odissea?
Se ci fosse un finale alterativo, arricchito da nuove avventure e fatti inediti?

Antonio Giambersio con il suo scritto, pubblicato da Gangemi Editore International, inizia dal "Libro XXV" questo nuovo epilogo e prosieguo ipotetico dell'Odissea, composto anch'esso da 24 libri.
Questo scritto è un nuovo viaggio, un moderno intreccio tra classici filosofici, astronomici e artistici e  una struttura narrativa moderna e dalla grande facilità di comprensione.
Una lettura che richiede sicuramente tempo e attenzione, capacità analitiche e interesse autentico, ma dalle note fluide e semplici, adatte a tutti i lettori che decidono di intraprendere questo viaggio.

Era notte e guardavamo il cielo dai portici sonori della mia reggia ed egli mi disse che ogni stella del cielo è un sole e che vicino ad esse vivono popoli e genti come accade sulla terra. Guardando il cielo, quella notte, io vedevo un numero infinito, non misurabile, di stelle e quindi pensai che, se fosse vero quello che mi diceva quell'uomo, dovevano esserci un numero infinito di popoli e di genti.

Un racconto ed un viaggio che iniziano con la profezia di Tiresia e che continuano attraverso nuove esperienze che permettono a Odisseo, ai suoi compagni e ospiti illustri, incontri nuovi con saggi e barbari ma anche divinità scomparse e natura, animali magici e sogni premonitori, il mar Mediterraneo capace di unire e separare, con la forza delle sue onde e la bellezza dei suoi colori.

Un libro che ho apprezzato sia per la facilità di lettura, non bisogna lasciarsi spaventare dalla grandezza e dal tema non così semplice da affrontare come l'epica, per il linguaggio non forzato nel cercare di ricreare classicità e nella sporadica comparsa di dialoghi.
Si apprezza anche il panorama autentico, frutto del grande studio e passione dell'autore e la convivenza di esso con gli ipotetici scambi con personaggi non storicamente possibili.
Un libro che è anche esteticamente un'opera d'arte e che contiene grande impegno e serietà.
Il lettore che decide di affrontare questo viaggio deve premunirsi di coraggio, determinazione e impegno...il risultato è piacere e soddisfazione allo stato puro!

Nobile figlio di Laerte, caro agli dèi - parlò Atena  - ti commuovi per la generosità di questi uomini. Ricordati dunque, e non dimenticarlo mai, che, per fortuna, anche di questi sentimenti alti, nobili e disinteressati è pieno il cuore degli umani. 


 ANTONIO GIAMBERSIO, di professione medico-chirurgo, è autore del volume: “Il Pittore di Pisticci: il mondo e l'opera di un ceramografo della seconda metà del V secolo a.C.” (Premio Letterario Basilicata, Sezione Saggistica, 1989). “ODISSEA L'epilogo” è il suo primo lavoro di narrativa. 


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lunedì 11 settembre 2017

Recensione "Dire, fare...ringraziare" di Assunta Corbo - Do It Human editori

Dire fare...ringraziare!
Assunta Corbo

Formato: Copertina flessibile
Pagine: 164
Genere: Stili di vita
Editore: Do it human


Giudizio Sintetico



La bellezza nei rapporti umani passa anche attraverso la condivisione di ciò che muta e trasforma in positività tutto ciò che affrontiamo ogni giorno.
Un po' come quando scopriamo qualcosa di eccezionale e non vediamo l'ora di condividere questa novità con le persone a cui vogliamo bene.
In questo caso parliamo della "ricetta della gratitudine", il metodo nuovo e semplice di affrontare la vita e cambiarne l'essere e la sostanza.
Gratitudine che non è ringraziare per educazione, ma saper cogliere le bellezze della vita, quello che abbiamo e ciò che possiamo "creare" con la magia derivante dalla gratitudine.

La gratitudine è il gioioso riconoscimento della realtà
Assunta Corbo è riuscita a scoprire la magia della gratitudine e farne uno stile dell'essere, una ricetta quotidiana che le permette di essere felice, autentica, sorridente e capace di apprezzare e ringraziare la vita per tutto ciò che ha.
"Dire, fare...ringraziare" è il dono che Assunta fa al mondo, a chi decide di voler provare un metodo nuovo e "libero da schemi" per riflettere, concentrarsi, essere grati e quindi felici.

In ogni momento della vita, possiamo scegliere se stare seduti o alzarci e ballare
Il libro di Assunta Corbo si divide in 8 capitoli capaci di mostrare le diverse metodologie di realizzazione della gratitudine nella vita, nell'essere e nei rapporti con gli altri.
Si parte con i capitoli che presentano il "cambiamento" della vita di Assunta e la gioia del trovare la gratitudine.
I cinque capitoli centrali invitano il lettore a riflettere sull'applicazione di questo stile di vita nelle fasi e nei rapporti quotidiani che normalmente affrontiamo.
In particolare, i capitoli sulla "gratitudine nelle difficoltà" e "la gratitudine e i bambini" hanno avuto un grande impatto nella mia visione, ha permesso di guardare dentro me stessa e provare a capire cosa posso fare meglio e come.
Non credo che l'autrice abbia voluto urlare al mondo come risolvere i problemi nella vita, ma come prepararsi alle difficoltà, che spesso affrontiamo con la parte negativa e arrendevole di noi stessi, e trasformare l'energia spesa in positività e felicità.
La struttura del libro, che presenta immagini originali ed esercizi al termine di ogni capitolo, aiuta il lettore a seguire ogni passo, offrendo spunti di riflessione sulle pagine appena lette.
All'interno delle pagine si possono incontrare anche riferimenti ad altre persone, famose o meno, che hanno stretto questa "alleanza" con la gratitudine e la magia che ne deriva.
L'esperienza raccontata che più mi ha colpita è quella di Masaru Emoto che, attraverso gli studi sull'acqua, ha osservato la bellezza dei cristalli formati a seguito di energia emozionale positiva.

Io sosterrò sempre che il ringraziamento è la più alta forma di pensiero, e che la gratitudine non è altro che una felicità raddoppiata dalla sorpresa

(GK Chesterton)
La meraviglia dello stupirsi e la riconoscenza di ringraziare la vita per tutto ciò che ci dona.
La consapevolezza di ciò che abbiamo, qui e ora, e la necessità di vivere nel presente.
Non è facile confrontarsi con letture di questo genere, è come specchiarsi e ammettere che lavoro su noi stessi ne dobbiamo fare parecchio.
La semplicità e il tatto che Assunta ha impiegato nella scrittura, la sincerità del racconto della sua esperienza e l'autenticità degli esempi e della documentazione riportata, rende questo libro una bellissima occasione per chi cerca una solida base di partenza per migliorare la propria vita.
Dimenticate il palco, la presunzione e i discorsi saccenti; questo è il risultato autentico di un'esperienza vissuta in prima persona e nata dalla semplice osservazione di ciò che rende felici e della magia della gratitudine.
Un merito va anche riconosciuto alla casa editrice "Do it human" che, oltre ad aver permesso all'autrice di concretizzare questo progetto di scrittura, ha arricchito le pagine e la copertina con cura e grafiche originali e preziose.

E il "diario della gratitudine"?
Quale miglior palestra di un diario dove annotare ciò per cui dobbiamo e vogliamo essere grati?
Ho deciso di iniziarlo subito, di provare a trascrivere le mie emozioni.
Sarà un piacere quotidiano e chissà quali rivelazioni avrà in serbo per me...



Assunta Corbo è autrice, speaker e giornalista. Ha scoperto personalmente il potere della gratitudine e ne ha fatto una missione.
Attraverso i suoi incontri e la partecipazione a eventi nazionali e internazionali ispira le persone a portare più gratitudine nella propria quotidianità.
“Non è la felicità che ci rende grati, ma è la gratitudine che ci rende felici” è il suo motto. 
Blog dell'autrice: http://thatsgoodnewsblog.com/


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