lunedì 31 luglio 2017

Recensione de "L'uomo che conservava il suo denaro in una scatola" di Anthony Trollope

L'uomo che conservava il suo denaro in una scatola
Anthony Trollope

Formato: Brossura
Genere: Racconto breve
Pagine: 95
Editore: ABEditore



Giudizio Sintetico



Vi ho parlato Sabato della casa editrice ABEditore, una novità assoluta che credo vada conosciuta e apprezzata per originalità e cura di estetica e contenuto.
Mi  sono lasciata coccolare dalla bellezza di questo primo libretto dal titolo accattivante e dal contenuto prezioso.
La premessa è d’obbligo anche per la “bottega dei traduttori”, nata per dare risalto alla letteratura straniera di racconti brevi, di autori noti e non, da rivalutare e diffondere.
Unire grafica ipnotica, cura del contenuto e fine utile al lettore, rende possibile una piccola grande gioia per occhi e mente.

Siamo sul lago di Como, un viaggio che parte da Chiavenna e arriva a Bellagio, una famiglia al limite del grottesco che per le vacanze ha scelto questo scenario magico e unico.
Il Signor Greene, questo il nome del capofamiglia, viaggia con la moglie e la figlia, nata da un precedente matrimonio.
Poco propensa alla riservatezza, la signora Greene confida a Robinson, narratore e compagno casuale di viaggio, l’abitudine di conservare gioielli e denaro di famiglia in una scatola che, insieme ad altre sei, compone il seguito materiale del nucleo.
Durante il trasferimento dal battello all’albergo dove la famiglia e il signor Robinson  soggiorneranno, la scatola custode dei preziosi, viene persa e la ricerca e il mistero attorno a questa scomparsa, saranno il ritratto di una famiglia grottesca, composta da un padre sottomesso, una madre frivola e chiacchierona e una figlia sincera e graffiante.
Il Signor Robinson ci parlerà di questa ricerca che partirà da Bellagio e si estenderà a Como e Milano, ci racconterà di questa famiglia e delle abitudini poco raffinate, dei sospetti, e della convinzione che porterà ad una risoluzione inaspettata.

Chiavenna è il primo comune italiano che un turista raggiunge passando per questa strada, e non conosco nessuna città del nord Italia che sia così strettamente circondata da un panorama tanto splendido.
Il viaggiatore, mentre scende giù dallo Splugen, rimane meravigliato dalla bellezza delle valli, - ovviamente se si organizza per ammirarlo senza premere il naso contro il vetro del finestrino di una carrozza.
E poi dalla città stessa, si può passeggiare per due, tre o quattro ore attraverso bellezze selvagge e a volte sorprendenti: una conduce fino a piccole vallate, verdi come smeraldi, e circondate su tutti i lati da rocce grigie e spezzate, in cui i Rasselas italiani avrebbero potuto vivere in un clima di perfetta beatitudine;  e poi un’altra ancora raggiunge panorami lontani fino ai corsi dei fiumi, delimitata lontano dai contrafforti perfetti delle Alpi, e a cui l’immaginazione non potrebbe apportare alcun fascino aggiuntivo.

Anthony Trollope ha vissuto nell’800, per la precisione dal 1815 al 1882, e ci narra questa storia in un’Italia appena unita sotto la stessa bandiera.
I racconti brevi sono una grande ricchezza che ho sempre apprezzato ma che, data la passione per la lettura  di romanzi, non avevo mai “gustato” così intensamente, anche con una nota nostalgica.
L’immaginazione, in questo caso, ci porta in un’Italia romantica, affascinante, in un’epoca di viaggi lunghi e dalle sfumature romanzate.
Si sente il linguaggio dell’epoca autentico che riesce a coinvolgere il lettore in una sorta di mistero comico simile ad una commedia.
Avendo radici della Val Chiavenna e passando da sempre qualche giorno nella meravigliosa vallata che si apre al lago di Como, leggere la descrizione che vi ho riportato mi ha commossa per l’autenticità delle sensazioni riportate, che sono immutate a distanza di così tanto tempo.
Vorrei poter trasmettere con queste parole, la meraviglia di una compagnia di un’oretta che è stato questo racconto in una sera d’estate.
L’armonia delle parole, il fascino del racconto, la bellezza di un linguaggio passato e la capacità dell’autore di coinvolgere e imprimere situazione e personaggi con 83 pagine.
La collana “Piccoli mondi” di ABEditore è davvero un’opportunità da cogliere al volo per tornare ad apprezzare il racconto breve e le sue caratteristiche.
Vorrei poter immergermi nella totalità di questa collana e spero di poterlo fare al più presto perché, questa occasione inaspettata ma illuminante, possa donarmi ancora il piacere di una compagnia così raffinata e di qualità.


Anthony Trollope: Scrittore inglese. Autore di quarantasette romanzi, fra i grandi della letteratura inglese dell'Ottocento è forse il meno conosciuto in Italia, nonostante lo straordinario successo tra i lettori di lingua inglese e la fortuna più recente tra i critici. 
Impiegato delle poste in Irlanda, scrisse nei momenti liberi romanzi caratterizzati un misurato verismo e da una sottile vena umoristica.
In Italia è pubblicato soprattutto da Sellerio. Fra i titoli editi dalla casa palermitana, ricordiamo Orley FarmLady AnnaUn'autobiografiaLa vita oggiIl Primo Ministro e tutti i romanzi del cosiddetto «ciclo del Barsetshire»: L'amministratoreLe torri di BarchesterIl Dottor ThorneLa Canonica di Framley e Le ultime cronache del Barset.

sabato 29 luglio 2017

Una scoperta tutta colorata: ABEditore

Buongiorno amici lettori!
Ormai è quasi un anno che è iniziata questa avventura.
Un'avventura è tale solamente se, durante il viaggio, si incontrano variabili alternative che non ci aspettavamo sul cammino.
E sul cammino di LibriamociBlog, le sorprese non sono mancate!
Credevamo di conoscere abbastanza il mondo dell'editoria, meno quello dei bookblogger ma, con molta pazienza e costanza, siamo riusciti a capire, apprezzare ed imparare molto...
Abbiamo conosciuto persone, blogger, libri, autori che ignoravamo, autori emergenti, e non smettiamo mai di stupirci, ogni giorno è una sorpresa...

Poco tempo fa, girovagando su internet, troviamo una casa editrice che, da subito, cattura la nostra attenzione...
Se ci seguite su Instagram (@libriamociblog), sapete che siamo estremamente sinceri, non regaliamo complimenti e neanche condividiamo post che incitino a comprare "questo o quello".
Vi proponiamo pagine non per avere like in cambio, non elogiamo titoli che non ci sono piaciuti e spesso il ritorno è positivo proprio per questo...saremo in 7500 mica per niente?
E quindi, in quanto orgogliosi della nostra integrità, vogliamo invece essere sinceri e "con gli occhi a cuoricino" nel presentarvi una casa editrice che abbiamo scoperto e apprezzato da subito...

ABEditore, un concentrato di colori e copertine meravigliose, titoli accattivanti, effetti cromatici ipnotici, autori sconosciuti o famosissimi, fotografie curate, un po' oniriche e/o divertenti...ci siamo persi in tutto questo e abbiamo iniziato a pregare di riuscire a collaborare con loro per poter far conoscere anche a voi questo mondo tutto colori e libri di qualità.

Questa è la loro presentazione ufficiale che trovate sul sito della Casa Editrice Cliccate qui

ABEditore nasce per dare voce ad un sapere libero e aperto, al di là di ogni steccato ideologico, avendo come obiettivo un’immagine di cultura esistenzialmente decisiva ed umanamente affascinante. È per noi prioritario (in un mondo che può offrire in una sola giornata l’accesso ad una quantità di informazioni maggiore rispetto a quelle che cento anni fa venivano recepite nell’intero arco dell’esistenza) garantire la qualità di prodotti editoriali (letterari, musicali, discografici etc.) la cui validità sia vagliata e certificata dai nostri editors, esperti che contribuiscono in maniera determinante, con la loro passione e dedizione, alla costruzione del “progetto” ABEditore.

Essenziale per la vita e lo sviluppo della nostra Casa editrice è la ricerca e selezione di nuovi testi in ogni area dello scibile: dalla poesia alla critica letteraria, dalla narrativa alla saggistica per finire con la musica e le arti. Un nostro team di lettori e scout è sempre attivo per il reperimento e la valutazione di inediti.

Riteniamo altresì importantissima la riproposizione dei testi meno noti di autori consacrati dalla Storia nonché la riscoperta di opere del passato ingiustamente sottratte all’attenzione del pubblico. Fondamentale per noi è poi l’assoluta correttezza e trasparenza nei rapporti con gli autori. Consideriamo la veste grafica dei nostri prodotti e l’uso di carte di assoluta qualità, un ulteriore punto di forza ed un importante indicatore del nostro modo di intendere la missione dell’Editore.
Se provate a sfogliare i titoli pubblicati da ABEditore, potete perdervi in un mondo fatto di piccoli gioielli, curati ed unici, dove il colore e la preziosità, la cura e la raffinatezza di ogni singolo titolo colpisce e non passa indifferente.


Troviamo classici, narrativa di vario genere, libri illustrati...tanti titoli unici e curati in un modo davvero affascinante, insomma, un piacere per gli occhi!
Beh, tutto questo per dirvi cosa: che la prima collaborazione con ABEditore è arrivata! Finalmente potremo "gustare" e ammirare uno dei loro titoli e dirvi se ciò che è contenuto dalle copertine meravigliose è meritevole ed apprezzabile.

Alla prossima....



venerdì 28 luglio 2017

Recensione di "Fronte del fuoco" di Michele D'Amore

Fronte del fuoco
Michele D'Amore

Formato: Brossura
Genere: Romanzo
Pagine: 270


Giudizio sintetico


La casualità della vita, ha fatto in modo che la lettura di questo romanzo avvenisse in Sardegna, terra che è un po’ la mia seconda casa e che affronta ogni anno, insieme a molte regioni italiane, la pericolosità e la minaccia degli incendi.
Basta poco, e in un attimo, ettari di fauna mediterranea vengono inceneriti dalla mano dell’uomo, da mani che violentano il dono che la natura ha fatto alla nostra terra, dal disprezzo e dalla crudeltà di persone che giocano con il bene vitale.
“Fronte del fuoco” è ambientato a Palau e nei suoi dintorni e, attraverso descrizioni quasi poetiche,  è così che la Sardegna ci viene presentata, attraverso la bellezza della natura, la forza del maestrale, i colori del mare e il calore della sua gente
In un contesto così magico e incantevole, gli eroi della campagna antincendi sarda, proteggono e combattono ogni giorno contro gli incendi che si sviluppano e che minacciano civili e natura.
Jack e John, sardi di nascita, milanesi d’adozione, tornano nella terra natia per la stagione estiva, non per godersi il mare della Costa Smeralda, ma per salvaguardare il territorio, partecipando attivamente, insieme alla propria squadra, alla coraggiosa missione che li porta sul “fronte del fuoco”.
Il mese di Agosto è il più drammatico e servono coraggio e forza per affrontare la stagione più delicata.

Sardegna non vuol dire solo mare, cocktail e spiagge.
Non è solo Costa Smeralda e passerelle di vip.
Non è solo lusso e vita da jet set.
E’ dentro, nel suo entroterra protetto dal granito, che riserva i migliori tesori.
Semplici  come le mani ruvide di chi ha lavorato la terra da una vita.
Dolci come il miele di un acciulèddhu fatto in casa.
Sconfinati come le valli illuminate dalla luna.
Sardegna. Come un brivido.

Inseguiti dal passato, da amori finiti ma non ancora dimenticati, da amicizie coltivate attraverso sudore e coraggio, da legami con la terra indissolubili e insostituibili, Jack e John affrontano gli incendi che, come fiaccole imbizzarrite, spezzano la quiete sarda e mettono in pericolo chiunque si trovi nelle vicinanze.
Tra racconti adrenalinici e urla di gioia a lavoro finito accompagnate da un bicchiere di mirto, Michele D’amore ci racconta una realtà sottovalutata e non abbastanza apprezzata.
Il fuoco fa paura, ma gli angeli custodi che permettono che le emergenze rientrino, rimangono nell’ombra.
Grazie a questo romanzo possiamo apprezzarne l’operato, le fatiche, l’impegno, il sacrificio e la sana forza di squadra che rende un lavoro, una rara fortuna per tutti noi.
Perché quando il telefono vibra e l’emergenza chiama, la vita esiste solo per salvare quella degli altri.

Rivivere quel momento, quell’istante in cui le fiamme si sono spente e si è festeggiato sulla strada con sigarette e bottiglie d’acqua cotte dal caldo.
Quando negli sguardi di tutti, dei vecchi volontari, degli stagionali delle pattuglie, dei capisquadra, ha scorto il semplice desiderio di tornare a casa dalle famiglie.
Semplicemente superare il vialetto e ritrovare le luci della cucina accese. Che ogni incendio è una guerra e ogni volta, per prima cosa, vuoi tornare da chi ami.

Il romanzo di Michele D’Amore è un prezioso racconto, utile a capire e apprezzare il lavoro svolto da questi “angeli custodi” della natura e il legame con la terra di chi è nato in quest’isola.
Un libro che fa apprezzare il contenuto per i dettagli contenuti e la passione con cui è scritto, e con cui viene presentata una terra ancora selvaggia come la campagna sarda.
Si sentono i gusti dei piatti tipici, la dolcezza del mirto sulla gola, i colori delle piante e la bellezza del dialetto gallurese.
Un libro scritto in modo molto poetico, quasi a versi, che non sempre rendono la lettura fluida ma che danno un tono meno romanzato e più solenne.
Un pochino in discesa nella seconda parte, mantiene comunque alta l'attenzione del lettore.
Adrenalina e storie personali marcano ancora di più l’umanità dei protagonisti e la bellezza della scelta che, persone come Jack e John, fanno ogni anno.

Una ricerca di se stessi, una passione meritevole e un racconto prezioso per conoscere più a fondo il coraggio e il sacrificio di questi uomini valorosi.


Michele D’Amore nasce e vive a Palau, in Sardegna, fino ai diciotto anni. Finito il liceo, si trasferisce a Milano, città di origine dei suoi genitori, per frequentare l’università. È qui che in un percorso di studi che lo porta alla Laurea in Lettere Moderne, continua a coltivare la sua passione per la scrittura, a cui si dedica sin da piccolo, traendo ispirazione dalle molteplici sfaccettature della città.
Oltre a dedicarsi alla scrittura, Michele porta avanti con dedizione, costanza e passione, l’attività di volontario antincendio della Protezione Civile in Sardegna. Il suo obiettivo, in particolare con l’ultimo romanzo Fronte del Fuoco, consiste nel raccontare dal di dentro una storia, che è la storia di tutti i volontari, dei loro sacrifici di tutta un’estate, troppo spesso dimenticati o dati per scontati.
Una doppia anima a volte in conflitto, a volte perfettamente in accordo, sospesa tra Milano, una città veloce e spesso difficile ma che ha permesso a Michele di affermarsi dal punto di vista professionale, e Palau, dove l’azzurro del mare incontra il profumo del mirto e dove, da quando ha compiuto diciotto anni, combatte tutte le estati la piaga degli incendi boschivi.
I romanzi di Michele D’Amore hanno tutti un forte taglio verista e autobiografico. I suoi riferimenti spaziano dal verismo ottocentesco all’estetica del cinema neorealista, dallo stile giornalistico e al linguaggio street report della cultura hip hop.
Dopo Questa è Casa Mia (2012), una storia che racconta Milano, la crisi e la vita di tre pubblicitari in cinquanta giorni di grandi sfide,  e 1-1 (2015), romanzo di narrativa contemporanea focalizzato sul terremoto dell’Emilia del 2012, Michele D’Amore presenta il suo terzo romanzo (270 pagine) dal titolo Fronte del Fuoco, ispirato alle vicende dei volontari dell’antincendio boschivo durante la stagione dei roghi in Sardegna.
Fronte del Fuoco è pubblicato da M, nuovo progetto editoriale indipendente.
Fonte: http://www.micheledamore.it/about

mercoledì 26 luglio 2017

Recensione di "Manuale di Fisica e buone maniere" di Daniele Germani

Manuale di fisica e buone maniere
Daniele Germani

Formato: Brossura
Genere: Romanzo
Pagine: 170



Giudizio sintetico



“Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema. Quello che accade a uno di loro continuare ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”.
La chiamano l’equazione dell’amore e, in effetti, questo principio fisico è applicabile a quel sentimento che, volontariamente o non, ordina e gestisce le nostre vite, l’infinita ricerca che, insieme alla felicità, caratterizza le nostre giornate.
“ Manuale di fisica e buone maniere”  inizia con il raccontarci la storia di due bambini, lei circondata da una famiglia che è il suo “sistema solare” e da cui prende tutta la luce e le buone maniere che le vengono insegnate, e lui, incompreso e ostacolato dalla famiglia perché attratto da quella fisica che vuole capire, come l’esperimento fallito di Schrodinger, che coincide con l’inizio dei suoi studi e delle sue teorie, memorizzate e impresse su un quadernino rosso.

Ritroviamo questo ragazzo schivo e riservato in una Londra dove è fuggito lontano da tutti, dalla famiglia che l’ha sottovalutato, da una ragazza che forse, in una testa di calcoli e razionalità, aveva messo in moto un sentimento nuovo e incontrollabile, capace di spaventare e di portare lontano…fuggire!
Una Londra che è il luogo dove un incidente gli causa un’amnesia grave, dove non ricorda più nulla e nessuno e dove, essendo fuggito senza tenere contatti, nessuno lo cerca.

“Quella era la sua strada, ora. Si sentiva slegato da tutto e tutti.
A dire il vero non si sentiva legato nemmeno a se stesso. Non riusciva a capire se provasse amore per se stesso o odio. Niente. Buio completo. Gli vennero in mente ancora corpi celesti e la gravitazione intorno agli astri. Lui era come un pianeta senza stella. Non gravitava intorno a nulla. Gli uomini gravitano sempre intorno a qualcosa, come i soldi, l’amore, il successo, le altre persone. Non riescono a fare meglio di questo. Vivono un’esistenza apparentemente libera, ma, alla fine, c’è sempre un’orbita prestabilita alla quale sono costretti a fare riferimento. Gli venne in mente questo esempio come se fosse un ricordo camuffato e lontano.”

Ritroviamo lei, incapace di resistere alla fuga di quel ragazzo che, con i suoi silenzi e i gesti controllati, ha saputo schiodarla dai principi prefissati a causa del suo passato, la ritroviamo in viaggio alla ricerca di quel ragazzo che, sulle scale dell’università, ha saputo unire due menti, due scienze, la fisica e l’astronomia e, purtroppo, ha toccato corde inaspettate.

“Forse Einstein avrebbe potuto inserire anche l’affetto, i sentimenti, chissà, forse l’amore, tra l’energia, la massa e il quadrato dell’accelerazione e quindi, grazie a noi, riformulare il suo principio della relatività ristretta.”

Una ricerca di se stessi che passa attraverso l’altro, che annulla tempo e spazio e che non si arrende di fronte alla lontananza e alle difficoltà, che unisce scienza e sentimenti in una formula destinata a durare e a condizionare la vita di due persone che, per così poco tempo, hanno fatto dell’alchimia, la base di una teoria personale tutta da scoprire.
Quando la razionalità è messa in discussione dall’interiorità, quando i sentimenti comandano sulla ragione, quando un contatto è capace di far esplodere il controllo su se stessi, nulla è in grado di fermare la potenza creata dall’aura magica che si crea attorno a due “particelle umane”.
Dirac ci provò a livello scientifico, noi siamo la prova che scienza e amore coesistono al netto di formule, diagrammi ed enunciazioni.

Un libro profondo, intenso, romantico ma non mieloso, una storia che cattura il lettore perché fonde due elementi nuovi e non convenzionali per un romanzo, amore e scienza.
L’armonia creata da questi elementi e da una storia ben strutturata e carica di diversità, come la maturazione  dei pensieri, la loro elaborazione e lo sviluppo che condizionano l’evolversi della storia, la rende diversa e coinvolgente per l’unicità di ciò che ci trasmette e di ciò che resta al lettore.
La forza delle parole contenute in questo romanzo è perfettamente equilibrata rispetto  alla narrazione scorrevole e ricca di spunti e riflessioni autentiche e mature, frutto di menti intelligenti e intellettuali.
I personaggi si scoprono lentamente grazie al racconto di episodi passati e della narrazione che avviene come se fosse frutto del pensiero dei protagonisti che non hanno un nome, una provenienza certa e che riusciamo a posizionare nel tempo grazie a due piccoli ma grandi dettagli.
La prima parte è raccontata da “lui”, la seconda da “lei” e infine le due parti si mescolano per chiudere una storia che tiene incollati alle pagine.
Un libro consigliato a chiunque e per il quale non so trovare nulla che non sia perfettamente ordinato e gradevole, alla vista, alla curiosità e alla lettura.
Una storia per la mente e per il cuore adatta a chiunque voglia lasciarsi andare in un viaggio di teorie e formule che si sposano con amore e sentimento.

“Non dimenticare mai che, se saremo più veloci della luce, diventeremo invisibili ma eterni”



Daniele Germani nasce a Colleferro, in provincia di Roma, il 25 marzo 1978.
Dopo aver lavorato nel settore cinematografico e audiovisivo per molti anni, nel 2008 si trasferisce all’estero, a Barcellona.
Dopo quattro anni vissuti in Spagna, inizia a girare l’Europa. Vive a Londra, in Irlanda e poi ancora in Spagna, questa volta a Madrid, dove scriverà “Manuale di fisica e buone maniere”, che è il suo romanzo d’esordio.
Oggi vive a Genova, è sposato con Marianna e padre di Nikita.

Letto e recensito da

lunedì 24 luglio 2017

Recensione di "La vincerò mai una pecora?" di Francesca Gioacchini

La vincerò mai una pecora?
Francesca Gioacchini

Formato: Brossura
Genere: Romantico
Pagine: 219


Giudizio sintetico


"non importa il colore della pelle, basta che non sia musulmano [...] Non avrebbe mai potuto immaginare quello che sarebbe successo"

Siamo nel 2003 e Alice vive a Londra dove si divide tra lavoro e vita sociale.
Un’italiana, tra le tante, trasferitasi nella City londinese alla ricerca di un lavoro e di un futuro dignitoso.
Alice, divisa tra il lavoro e la vita sociale, incontra e si innamora di Kahil, ragazzo nato in Francia ma Algerino di origine con cui dovrà convivere tra la lontananza e la difficile accettazione di questa relazione da parte della famiglia, soprattutto di lui.
Un racconto scritto come un diario, dove Alice racconta e si racconta, dove le disavventure sono all'ordine del giorno insieme alla voglia di sopravvivere in un mondo multiculturale forse non ancora maturo.

Alice ci racconta le sue giornate, tra ritardi al lavoro, cene con amici e conoscenti londinesi e non, week-end in giro per l’Europa, viaggi romantici e reunion familiari tra Roma e Londra.
La storia con Kahil è il centro della vita movimentata di Alice che vive la relazione tra la diffidenza della famiglia di lui e la sua personalità tutta da scoprire.
Tra risate, cene, viaggi e situazioni imbarazzanti, una Bridget Jones nostrana, ci porterà alla scoperta di Londra e dei numerosi “emigrati” del belpaese e ci farà conoscere le diverse sfumature delle relazioni multiculturali.

Francesca Gioacchini ci presenta una storia attuale e nella quale è bello tuffarsi e apprezzarne le diverse sfumature.
Un punto di vista interessante narrato in prima persona da una ragazza italiana trasferitasi a Londra.
Proprio il suo racconto in prima persona è un’opportunità di contatto  e conoscenza di una condizione che accomuna molti connazionali emigrati per necessità più che per piacere, che hanno trovato una dimensione e una realtà moderna e variegata.
Alice ci aiuta ad apprezzarne molti risvolti, a confrontarli con la “mentalità” tipica della nostra nazione e, attraverso le sue disavventure, averne una panoramica esaustiva ma soprattutto divertente.
Completa questo ricco quadro di realtà sociale, il rapporto e l’accettazione di una relazione “diversa” per cultura e origine che darà pepe in una vita già speziata e condita.
Una lettura piacevole e divertente, consigliata a chi ama le storie in prima persona, i racconti e che vorrebbe confrontarsi e apprezzare i risvolti delle esperienze di italiani all’estero.
Bellissimi e apprezzati i ricordi legati a pezzi d’infanzia che ho rievocato piacevolmente, sono la ciliegina sulla torta e danno un valore aggiunto alla storia.
Qualche dialogo inserito nella narrazione della storia avrebbe arricchito e dato più sfumature alla storia, riempiendo quelle insaziabili curiosità legate soprattutto all’accettazione di Alice all’interno della famiglia di Kahil.
“La vincerò mai una pecora?” è un libro per curiosi, per giovani e per chi ha voglia di confrontarsi con stili di vita differenti e riflessioni culturali attuali e importanti.
Ultima nota...la copertina stupenda!!!




sabato 22 luglio 2017

Recensione di "A bocca chiusa non si vedono i pensieri" di Benjamin Ludwig

A bocca chiusa non si vedono i pensieri
Benjamin Ludwig

Formato: Brossura
Genere: Romantico
Pagine: 424
Editore: Harper Collins


Giudizio sintetico

Tendiamo a prestare ascolto a chi grida più forte, a chi pretende la nostra attenzione. Con tanto rumore, è facile dimenticare chi non è in grado di comunicare i propri bisogni. Alcuni, in particolare i bambini allontanati dalle loro famiglie e i bambini che sono entrati nel sistema, spesso non credono che a qualcuno possa importare dei loro bisogni. E come potrebbe essere altrimenti, in una società che hanno imparato a conoscere attraverso le loro esperienze?

Sono partita dai ringraziamenti dell'autore, una piccola parte di essi, perchè il "focus" che vorrei dare a questa recensione riguarda proprio chi, con impegno e sacrificio, riempie e colora le vite dei "bambini speciali".
Bambini adottati magari, come in questo caso, caratterizzati da una "diversità", da una condizione delicata che li accompagnerà tutta la vita e che li rende maggiormente bisognosi di attenzione e amore.
L'autore, come il papà di Ginny, ha adottato una bambina autistica e, proprio la sua storia è ispirazione per la scrittura di questo romanzo..

Ginny ha quattordici anni e vive con Maura e Brian, i suoi "genitori per sempre".
Strappata dalla pericolosità e inadeguatezza della sua mamma biologica, Ginny cerca di costruirsi una vita nuova circondata dall'amore dei suoi genitori adottivi.
Purtroppo il passato vive ancora nella sua testa e, la voglia di ricongiungersi con la mamma biologica e con la sua "bambolina", la porteranno a compiere gesti estremi e pericolosi.
Le difficoltà dei genitori adottivi, una gravidanza inaspettata e i "colpi di testa" di Ginny, l'impegno per riparare e la sensazione di inadeguatezza che fluttua nell'aria, non saranno d'aiuto in una situazione altamente precaria.

Questo romanzo è un racconto in prima persona di Ginny dove sentiamo e percepiamo i pensieri, le abitudini, e "tocchiamo" con mano le caratteristiche dell'autismo.
Impariamo a capire le difficoltà di relazionarsi, del contatto con le altre persone, la metodica, il ripetersi di tanti gesti quotidiani, la difficoltà delle novità e delle diversità.
Capiamo, o ci proviamo, le difficoltà e i gesti dei genitori, cercando di immaginare il nostro comportamento in situazioni simili.
Uno spaccato di quattro mesi della vita di Ginny dove, attraverso il suo racconto, viviamo questo intenso periodo e la "ricerca" di se stessa e del suo posto nel mondo.
Ginny è una quattordicenne che vive come tanti ragazzi della sua età, ama Michael Jackson, i film e il basket, ha degli amici e uno spirito ribelle, ma è anche una ragazza che convive con la sua metodica, i nove acini d'uva a colazione, i calzini che vanno sollevati, le mani che si sfregano quando si agita e molto altro.
Una ragazzina che chiude la bocca perchè così non si vedono i pensieri, perchè la verità è importante e le regole valgono più di ogni altra cosa.
Quattro mesi e venti giorni dove Ginny proverà a ritornare dalla sua "bambolina", dove un passato che nessuno dovrebbe affrontare, una madre violenta e assente e il pericolo che rappresenta il mondo esterno, non la fermeranno dalla ricerca di se stessa.
Questa ricerca la porterà ad affrontare diverse difficoltà interiori ed esteriori, scoprendo forse che il bene è ciò da cui, a volte, cerchiamo di scappare.

Un romanzo intenso, commovente, dove si convive con il punto di vista di Ginny e con le azioni  di chi la circonda.
Uno scritto illuminante per chi vuole confrontarsi con un argomento così delicato e attuale come l'autismo.
Una drammaticità che spiazza, pagine che non si riescono a lasciare perchè custodi di una storia talmente importante da non lasciare spazio a pause.
Temi affrontati delicati, autismo e adozione, con una bravura e una visione differente, ben costruita e utile alla comprensione di chi non è mai entrato in contatto con questi bambini speciali.

Si percepisce l'esperienza diretta dell'autore e il riflesso della sua vita nelle pagine che si leggono, lo si capisce dalla bravura di ricreare i dialoghi, le sensazioni, i sentimenti e le difficoltà di Ginny e dei suoi genitori.
Un libro che dovrebbe essere letto da chiunque perchè, quello dell'autismo, è un argomento sulla bocca di tanti ma conosciuto da pochi, dove l'approfondimento risiede nelle vite di chi convive con questa condizione quotidianamente.


Benjamin Ludwig 

Insegnante di letteratura inglese e di scrittura creare, vive con la famiglia nel New Hampshire.
Poco dopo il matrimonio lui e la moglie hanno adottato un'adolescente autustica.
A bocca chiusa non si vedono i pensieri, il suo primo romanzo, è in parte ispirato alle conversazioni con i genitori che ha incontrato portando la figli agli allenamenti di basket di Special Olympics.

giovedì 20 luglio 2017

Recensione "Come in un film" di Régis de Sa Moreira


Come in un film
Régis De Sa Moreira

Formato: Brossura
Genere: Romantico
Pagine: 274
Editore: NNEditore


Giudizio Sintetico



Come in un film...quante volte ci sembra di essere i protagonisti di un film?!
In amore come nelle disavventure, nei momenti felici come in quelli tristi.

Quando diciamo "dai dov'è la telecamera?"


Lei: Siamo arrivati sotto casa mia e l'ho baciato un'ultima volta sulla soglia, come nei film americani. 

Lui: Incomincia sempre così, fai come nei film.. poi ti scordi che era per fare come nei film, pensi di essere nella vita vera e finisci per vivere in un film americano


Quando si fa la conoscenza di Lui e Lei, sembra quasi di vederli, di fronte al lettore, pronti a raccontare la loro vita, o per lo meno la fetta più grande, quella che per quasi vent'anni li ha visti insieme (eccetto qualche separazione).
Raccontare la storia d'amore più importante, dall'incontro ai tira e molla, dalle difficoltà del lavoro alle più intime e sboccate avventure tra le lenzuola.
I tradimenti, gli anniversari, le colonne sonore e i litigi per le abitudini diverse.

Qualcosa di intimo che va oltre i "grandi capitoli", che riesce a dare importanza anche alle cose più piccole, riuscendo a dare tono alle vicende e all'insieme dei dettagli di queste due vite.


Lei: Sono sconvolta
Lui: Che succede?
Lei: Diciannove anni!
Lui: Cosa diciannove anni?
Lei: L'epilogo si svolge diciannove anni dopo
Lui: e allora?
Lei: E allora è uno schifo! Per migliaia di pagine cresco di anno in anno con tutta questa gente... giro una pagina e oplà, sono passati diciannove anni!
Lui: Le dico di calmarsi, che è solo un libro.
Lei Gli chiedo se anche sua madre è solo un libro.
Lui: Le rispondo magari
Lei: Gli dico che non può capire
Lui: Mi spiega che Harry stava per compiere diciott'anni alla fine del suo ultimo anno di scuola, vuol dire che ora ne ha trentasette, cioè che è molto più vecchio di lei
Lei: E anche di lui!
Lui: Torno in cucina
Lei: Ho voglia di piangere
Lui: Ho voglia di prenderla a sberle


Lui e Lei ci raccontano questo, in uno scambio di battute lungo 241 pagine, ironico, divertente, con personaggi anche improbabili che fanno capolino nel racconto a dare la propria opinione.
Di loro sappiamo pochissimo, sappiamo che sono Parigini, che lavoro fanno, ma piano piano la vita si costruisce attraverso i dettagli che ci regalano, come due amici che si raccontano senza veli e censure in una sera di vino e confidenze.
Non spaventatevi se ogni tanto arriva Matt Damon o Harry Potter, a volte solo la receptionist dell'ufficio postale.
Un libro scritto come una sceneggiatura ma che racconta fatti e pensieri dei due protagonisti, indefiniti, come i loro nomi.


Divertente, irriverente, sboccato e coinvolgente, il positivo è concentrato nell'inventiva dell'autore (si sente tutta la mascolinità in certi scambi), nella puntualità dei collegamenti e delle citazioni che si trovano anche a distanza di parecchie pagine.

Quello che, a volte, diventa fastidioso è la semplificazione estrema dell'amore.
Dopo un anno i due protagonisti diventano stanchi e si "lagnano" con la voglia di lasciarsi che perdura per troppo tempo, diventando non facile da gestire nella lettura.

La seconda parte da un senso a questa lentezza con il riprendere del ritmo e l'accelerazione violenta delle vite dei protagonisti che continuano a raccontarci avvenimenti, perversioni, estremi pensieri e i giochi del destino.

Chi decide di leggere questo libro deve essere pronto a sfidare la novità, la lettura dei pensieri più intimi.
Proprio dei pensieri più intimi, spesso si tocca la volgarità, con cui si deve convivere anche se stona con le evoluzioni (poche) romantiche e mielose, diciamo che è una lettura cruda, non adatta a chi ama l'amore nell'unica forma del romanticismo.

Una vita a nudo, che non fa sconti e in cui si attraversa la vita di due persone che si sono incontrate come in un film e che si sono amate, condividendo tutte le fasi e le difficoltà che la vita ci impone.
Una lettura non sempre facile ma scorrevole, situazioni facilmente giudicabili e non condivisibili, alcune parti davvero divertenti e geniali, i "cameo" di personaggi più o meno probabili che spezzano la routine e danno colore.

Un libro che, secondo me, va letto lentamente, gustato, assorbito, ripassato e confrontato anche con la nostra vita.
Leggendolo rimarrete a volte basiti, altre vi troverete a ridere, altre ancora sarete quasi arrabbiati, ma la conclusione sarà il collante perfetto che darà forma e senso a tutto ciò che avrete letto!


In memoria di mio padre, Carlos Alberto de Sà Moreira, che mi ha mostrato che la vita è un cinema.
E come in un film, l'autore chiude il libro con i titoli di coda, i personaggi incontrati, i film e la musica che hanno fatto da sfondo ai tanti avvenimenti, i luoghi e le citazioni.
E un sipario si abbassa, lasciando un sapore che non saprete identificare con certezza... .



RÉGIS DE SÁ MOREIRA

Régis de Sá Moreira è nato nel 1973 in Francia da padre brasiliano e madre francese. Oggi vive a Parigi. Vincitore del premio Le Livre Élu con il suo romanzo d’esordio, Pas de temps à perdre, è autore di sei romanzi, tradotti in diverse lingue e adattati per il cinema e per il teatro. In Italia sono usciti
Il libraio e Marito è moglie (Aìsara).




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