giovedì 22 dicembre 2016

Recensione di "Gatto Grasso: istruzioni per l'uso" di Benedetta Alciato


Gatto Grasso: Istruzioni per l'uso
Benedetta Alciato

Formato: Brossura
Pagine: 58
Scrittrice indipendente





Simpatiche istruzioni per sopravvivere alla convivenza con un padrone peloso, ciccione, autoritario ed egocentrico, che pretende 24 ore su 24 di attenzioni e comanda su tutto e tutti.

Recensione:

Quanti di noi hanno un piccolo amico peloso in casa da coccolare ogni giorno?
Io, per esempio, ho un cane pelosissimo e anche anzianotto che ieri ha festeggiato 13 anni!!
La sorpresa leggendo questo libro di Benedetta Alciato, è stata proprio riconoscere tanto del mio cagnolino e dei suoi vizi, nella sua guida "Istruzioni per l'uso" di Gatto Grasso!

Perchè che voi siate padroni di gatti più o meno grassi, cani, pesci o altre tipologie di animali domestici, o state pensando di diventarlo, questa guida vi farà sorridere e renderà consapevoli di non essere padroni di nessuno, ma soltanto schiavi dell'animale che ha preso possesso della vostra vita e della vostra casa.
Infatti, dopo anni di schiavitù, Benedetta Alciato ha sentito il bisogno di condividere la sua esperienza di schiava umana e del suo rapporto con gli animali, in particolare con Ugo il suo Gatto Grasso.
La sua famiglia pelosa è composta da gatti, ma anche da conigli e cavie peruviane che condividono spazi e coccole.

Questo libro non è una guida alle diverse razze, alla cura e alimentazione del gatto, ma un concentrato di esperienze condivisibili, nelle quali vi ritroverete sicuramente o sulle quali mediterete nell'eventualità che vogliate aprire le porte di casa al vostro futuro padrone!
Il libro si apre con la prima parte dedicata ai pregi e ai difetti di questa simpatica tipologia di cicciottello dalla classica forma a pera, detentore di innumerevoli caratteristiche che vengono divise e presentate nelle due famose categorie che delineano le caratteristiche del Gatto Grasso.
Per esempio, se sollevare pesi vi provoca immediati dolori articolari, sappiate che spostare, sollevare o prendere in braccio il vostro Gatto Grasso potrebbe "nuocere gravemente alla salute", mettendovi a letto e procurandovi seri dolori stagionali.
Un grande pregio però è che, tra i tanti presenti nel libro, non avrete più bisogno del parrucchiere, perchè Gatto Grasso vi regalerà una pettinatura diversa ogni giorno!!

Se siete già schiavi di altri animali a cui avete, più o meno consapevolmente, aperto le porte della vostra (ormai loro) casa, in questo libro troverete anche un capitolo dedicato alla convivenza con gli altri animali del Gatto Grasso!
Da esperienze dirette dell'autrice, vedrete come convive un gatto cicciotto con altri gatti, cani, conigli, cavie peruviane e pesci.

Inoltre, sarà spiegato perfettamente come varia la vita del gatto grasso con il cambiare delle stagioni, il gioco, i regali e le festività.
Parti importanti e altrettanto divertenti sono quelle dedicate all'alimentazione e alla manutenzione, che ho voluto unire poichè dovete sapere che il Gatto Grasso ha bisogno di essere nutrito almeno 30 volte al giorno!!!
E poi, sapevate che esistono diverse tipologie di sguardo felino?
"Occhio di fico" e "Big pupilla", presentati e dimostrati con prove fotografiche.

Infine, troverete molti spunti e un grande schema organizzativo delle vostre giornate da schiavo umano nel capitolo dedicato alla giornata tipo del Gatto Grasso, carica di spuntini e sonnellini ma di poco sonno (per voi) nelle notti.

Insomma, questo libro è una divertente e ironica guida alla convivenza con il Gatto Grasso, un felino sovrappeso che prende possesso della vostra vita e la riempie come solo l'affetto di un animale sa fare.
L'ironia dell'autrice, i divertenti racconti delle giornate e delle abitudini quotidiane, il carattere, la sete di potere e di controllo (su di voi ovviamente), la semplicità e la tenerezza dei racconti rende questo libro un simpatico manuale da tenere con voi che possediate o meno un gatto.
Potrete ritrovare molto delle vostre esperienze e fare due risate leggendo le abitudini bizzarre di questo amico peloso in sovrappeso, dei suoi amici animali e dello schiavo umano, il tutto accompagnato da splendide (davvero belle!!) fotografie dell'autrice e dei suoi animali!
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Benedetta Alciato
Autrice di "Gatto Grasso" e "Scemoniglio", ha pubblicato con Giovanelli Edizioni "Il Caviotto Mannaro".
Potete trovare i suoi scritti su Amazon in formato cartaceo o Ebook e alle seguenti pagine:

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"Queste istruzioni apriranno un nuovo mondo alle persone che ancora pensano ingenuamente di avere scelto un gatto.    Vi sbagliate: è il gatto che ha scelto voi!" B.A. 

mercoledì 21 dicembre 2016

25 Dicembre 1914: "La tregua di Natale, lettere dal fronte"


La tregua di Natale

Lettere dal fronte





  • Pubblicazione: 1 novembre 2014
  • Pagine: 186

  • A cura di: Alberto Del Bono
Giudizio sintetico:







Fronte occidentale, vigilia di Natale 1914: senza che nulla sia stato concordato, i soldati degli opposti schieramenti cessano il fuoco. Si accendono candele, si cantano inni di Natale. Comincia un botta e risposta di auguri gridati da parte a parte, fino a che qualcuno si spinge fuori dalla propria trincea per incontrare il nemico e stringergli la mano. La «tregua di Natale» fu un atto straordinario e coraggioso che partì da semplici soldati mossi da sentimenti di profonda umanità e fratellanza.
Rileggere oggi, a distanza di cento anni, le lettere spedite dal fronte che raccontano quel gesto di spontanea e generosa insubordinazione ci commuove e ci interroga: è davvero impossibile costruire un mondo pacifico e solidale?

Recensione:
Natale si avvicina, e ogni anno in questo periodo ripenso all'avvenimento che ha caratterizzato per sentimento e umiltà la prima guerra mondiale.
A pochi mesi dall'inizio di questo primo conflitto mondiale, nelle trincee delle Fiandre a sud di Ypres, in Belgio, nella notte di Natale del 1914 avvenne qualcosa di impensabile.
Una tregua spontanea dichiarata da soldati semplici che, per poche ore o per giorni, decisero di abbassare le armi e alzare le braccia per incontrare e abbracciare il nemico.

La prima guerra mondiale iniziò il 28 Luglio del 1914 a seguito dell'attentato di Sarajevo che fece crollare l'equilibrio precario delle potenze Europee e mondiali.
Questo conflitto ha visto cadere in quattro anni e quattro mesi (il conflitto cessò l'11 Novembre 1918) qualcosa come 9 milioni di combattenti e 7 milioni di civili.
Solamente nelle Fiandre, dove avvenne la tregua, persero la vita un milione di combattenti.

Ma quella notte, avvenne qualcosa di impensabile...
Dalla trincea tedesca spuntarono sulla sommità delle buche tantissime candele, canti e auguri di Buon Natale, indirizzati a chi, fino a poco prima, era il nemico che sparava e che non dava possibilità di errore...nessuno sparo!
Le voci dei canti si unirono, seppur in lingue differenti, e la terra di nessuno, di solito deserta e palcoscenico di morte, divenne luogo di incontro per soldati che, prima di tutto, rimanevano persone.
Un incontro che diede vita a piccoli momenti umani colmati di parole, abbracci, strette di mano e regali.
Un prete scozzese celebrò una messa, e la mattina di Natale, gli schieramenti poterono seppellire i caduti.
In alcune trincee la tregua durò una notte, in altre si prolungò fino all'anno nuovo.
All'epoca, ovviamente, il fatto venne insabbiato.
Non si poteva tollerare che dei soldati, in guerra e con l'obbligo di sparare, si perdessero in momenti gioviali e di spensieratezza, che i nemici diventassero amici.
Molte famiglie, al ricevimento di lettere, che dopo molto tempo non parlavano più di atrocità e sofferenza ma di pace grazie a questa tregua, portarono gli scritti ai quotidiani locali, perchè il fatto divenisse pubblico.
Ma solamente pochi giornali decisero di rendere pubblica la faccenda, e molti soldati che parteciparono alla tregua, riconosciuti dai superiori, pagarono per questa tregua ingiustificata.
Il "Daily Mirror" l'8 Gennaio 1915 pubblicò una foto della tregua di Natale che fece molto scalpore.
Alcune lettere furono pubblicate, ma il protrarsi della guerra e delle atrocità seppellì quegli attimi così importanti sostituendo, di nuovo, la pace con gli orrori della guerra.

Alla fine degli anni 90, due giornalisti, Lesley Park e Alan Cleaver trovarono negli archivi dell'"Hampshire Chronicle" lettere scritte dai soldati inglesi che presero parte alla tregua di Natale del 1914.
Decisero di dar vita ad un progetto ambizioso, L'Operation Plum Pudding, per cercare di ritrovare, trascrivere e portare alla luce le lettere che descrissero questo avvenimento.
Sul sito www.christmastruce.co.uk sono arrivate migliaia di lettere di parenti, volontari, amici e persone comuni che hanno dato voce ad un avvenimento unico e di un'importanza profonda e dal significato nobile.
Si iniziarono così a delineare i dettagli di quella notte: le canzoni, gli inni, la messa, i regali..si giocò davvero una partita di calcio?

Da questo lavoro, importante e accurato, è nato un libro che ora non è più disponibile.
Ma grazie a questa nuova pubblicazione di Lindau, in occasione del centenario della tregua, possiamo, attraverso la raccolta delle lettere dal fonte, rivivere, emozionarci e apprezzare davvero un momento di toccante umanità, dove il fattore umano ha vinto su tutto e dove, uomini semplici, hanno scritto una storia che merita di essere ricordata.
Perdersi nella lettura di queste lettere, variegate, emozionanti, è un'occasione meravigliosa per conoscere meglio ciò che fu.
Tra tanti scritti di orrore della quotidianità in trincea, si trovano attimi di pace e felicità, di unione e spensieratezza, nel posto che meno si adatta ad una cosa di questo genere.
Lettere simili in tanti dettagli, unite dallo stupore e dalla gioia di un avvenimento così unico e improbabile.
Lettere che vanno assaporate nel messaggio e apprezzate per la bellezza di scrittura e armonia.
Questo libro è un dono, fatto alla storia e alle persone.
Un messaggio di pace, un messaggio di amore, un messaggio di impossibile reso possibile, un messaggio profondo e puro come la notte di Natale.

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«Mentre osservavo il campo ancora sognante, i miei occhi hanno colto un bagliore nell’oscurità. A quell’ora della notte una luce nella trincea nemica è una cosa così rara che ho passato la voce. Non avevo ancora finito che lungo tutta la linea tedesca è sbocciata una luce dopo l’altra. Subito dopo, vicino alle nostre buche, così vicino da farmi stringere forte il fucile, ho sentito una voce. Non si poteva confondere quell’accento, con il suo timbro roco. Ho teso le orecchie, rimanendo in ascolto, ed ecco arrivare lungo tutta la nostra linea un saluto mai sentito in questa guerra: Soldato inglese, soldato inglese, buon Natale! Buon Natale!
Frederick W. Healt






martedì 20 dicembre 2016

Recensione di "Audrey mia madre" di Luca Dotti


Audrey mia madre
Luca Dotti

Formato: Brossura
Editore: Mondadori          
Pagine: 252


Giudizio sintetico




Luca Dotti, secondogenito di Audrey Hepburn nato dal secondo matrimonio dell’attrice con lo psichiatra italiano Andrea Dotti, raccoglie in questo libro aneddoti, racconti e storie inedite legati alle fasi dell’intera vita della mamma, sottolineando attraverso ricette della stessa Audrey, fotografie, appunti e frasi di persone che ne hanno potuto apprezzare i tratti più intimi e meno mondani, quel lato meno conosciuto ma sicuramente gratificante della vita familiare.


Recensione:

Ho “incontrato” Audrey Hepburn per la prima volta in un pomeriggio primaverile del 2010, quando di anni ne avevo 22 e un’amica, che conosce bene i miei momenti di “paturnie”, mi consigliò di farmi coccolare da “Colazione da Tiffany”.
Da lavoratrice, senza troppi progetti e pretese dalla vita, quel film mi lasciò solo tanta invidia per la bellezza di Holly, lo stile di vita, le feste, l’esuberanza e Paul Varjak!!!
In realtà, la percentuale maggiore va a Paul, se una copia DVD di quel film è nella mia libreria accanto al romanzo di Truman Capote.
Ma non sono rimasta indifferente a Holly, alla sua bellezza, quegli occhi meravigliosi e ne invidiavo l’eleganza.
Poi, a 28 anni, da mamma a tempo pieno, un po’ per scelta e un po’ per mancanza di alternative, colui che mi fa apprezzare la semplicità delle piccole cose, mi regala questo libro.
E con la maturità e la strada che la mia vita ha intrapreso comincio a conoscere Audrey Hepburn, separandola completamente da Holly e dal suo Paul.
Nel 2016, se vogliamo saziare la sete di curiosità su qualche star nostrana o internazionale, ci connettiamo alla nostra iconcina di Instagram o Facebook e curiosiamo tra le foto che ogni giorno ritraggono momenti quotidiani e banalmente normali (ma quanto reali?) di celebrità indaffarate a pulire, cucinare, passare l’aspirapolvere e poi, dopo qualche ora, perfetti e impeccabili a qualche evento mondano.
Per raccontare il lato più intimo e disegnare il ritratto più dolce di chi ha fatto della “mamma” il suo impiego principale, chi meglio di un figlio può riuscire in questa impresa?
Luca Dotti, secondogenito di Audrey nato nel 1970 dal secondo matrimonio dell’attrice con Andrea Dotti, ha regalato a tutte noi (sì, perché in questo caso il regalo più grande lo fa a noi donne) l’intera e completa narrazione della vita della mamma, divisa in tutte quelle fasi che hanno caratterizzato e delineato carattere e susseguirsi di scelte ed eventi, rendendo importante e apprezzabile ogni singola fase.
La prima parte: L’infanzia tra Gran Bretagna e Belgio, gli anni della seconda guerra mondiale nei Paesi Bassi che hanno influito sul carattere e sulla capacità di apprezzare anche le piccole cose dandone valore immenso.
La seconda, sugli anni di Holliwood, con l’esordio in “Vacanze Romane” nel 1953 e il Premio Oscar che, già nell’inizio di carriera, le ha donato le chiavi di accesso al mondo delle leggende, e tutti quei film che abbiamo impressi nella mente per bravura, difficoltà di interpretazione e classe.
Il primogenito di Audrey l’ha definita “Un’anima elegante”, come non trovarsi perfettamente d’accordo?
Le tre parti centrali, dedicate alla scelta di abbandonare la scena e i riflettori di Hollywood per prendersi cura dei figli, della casa e della famiglia dopo l’incontro, a bordo della nave Calisto e il matrimonio, con Andrea Dotti e la successiva nascita di Luca.
E poi l’ultima parte, che sottolinea l'importanza degli anni dedicati alla missione di ambasciatrice dell’UNICEF, dal 1988 alla scomparsa nel 1993.
Già dall'introduzione, Luca spiega perfettamente l’impronta che ha deciso di dare al libro, non su Audrey Hepburn ma semplicemente su Audrey la sua mamma:
“Non ho mai conosciuto Audrey Hepburn. A un gruppo di giornalisti che mi chiedeva con insistenza di lei, da piccolo risposi un po’ seccato <<vi sbagliate, sono il figlio della Signora Dotti>>."
La mamma che amava organizzare cene con gli amici, che raccoglieva fiori freschi ogni giorno dal giardino, che andava al mercato di Morges a comprare la verdura se quella dell’orto di casa non era abbastanza.
Oltre ai racconti che il libro riporta e che danno una visione inedita di un personaggio così celebre, le fotografie che ne accompagnano la narrazione, riflettono perfettamente la semplicità e l’eleganza d’animo di Audrey.
Una su tutte, la mia preferita, la prima, che la ritrae sul divano in un momento di relax con il cerbiatto “Ip”e l’amato Yorkshire Mr. Famous.
Oltre all’intensità dei racconti e alla bellezza delle fotografie, il libro è custode di ricette più o meno classiche, legate ognuna ad aneddoti delle giornate, delle amicizie, delle feste e della vita di Audrey Hepburn.
La mia copia è ormai satura di post-it di ricette che non vedo l’ora di provare.
Dalla torta al cioccolato, le penne alla Vodka, le Madaleins ecc.
Per la dolcezza, la scrittura semplice, la bellezza dei ritratti stampati, le descrizioni sincere fatte anche da amici, i bigliettini e le annotazioni, questo libro è entrato di diritto nel mio “scaffale dei preferiti”.
E se volete fare un regalo alla mamma, questo libro è perfetto.
Perché anche se ha vinto l’Oscar, se fa parte della classifica delle “più grandi star della storia del cinema”, le più grandi soddisfazioni la ha avute nella vita privata grazie al calore dei figli, degli amori e degli amici.
E per tutte le mamme, che troppo spesso vengono sottovalutate o date per scontate, questo potrebbe essere un dono d’amore per mettere in risalto il colore della casa e dei figli che sono la ricetta migliore per la ricerca della felicità.




“La bellezza di una donna non dipende dai vestiti che indossa né dall'aspetto che possiede o dal modo di pettinarsi. La bellezza di una donna si deve percepire dai suoi occhi, perché quella è la porta del suo cuore, il posto nel quale risiede l'amore.”
  Audrey Hepburn

giovedì 15 dicembre 2016

"Dietro il Tendone - Quando le luci si spengono"

Dietro il tendone 
Quando le luci si spengono
D. Maschi - D. Tedeschi

Genere: ArtBook
Pagine: 87





“Dietro il tendone – Quando le luci si spengono” è una storia raccontata  sia in narrativa che in fotografia. Meglio ancora potremmo dire che è una fiaba, narrata da una anziana donna che ripercorre le emozioni della sua vita accompagnata dal ricordo del  circo che l’aveva ospitata quando era una ragazzina. Ogni sera, la protagonista, andava a sbirciare nelle stanze dei personaggi del circo.Ne emergono così 13 ritratti di ciascuno di loro sia sotto il tendone, quando ancora le maschere dello spettacolo sono indossate, sia immediatamente dopo: “dietro il tendone, quando le luci si spengono” e ognuno ritorna alla sua vita privata, al suo più semplice ruolo di essere umano.Ogni personaggio del circo è identificato con una emozione, un sentimento.
Fonte: http://behindthecurtain.it


Recensione:
“Dietro il tendone – quando le luci si spengono” è una favola, raccontata con la raffinatezza della fotografia e con la profondità delle parole.
Ha la magia delle fiabe. E’ il racconto di una storia dai tratti molto intimi in cui il circo, e i personaggi che lo animano, si rivelano al lettore anche, e soprattutto, nel “dietro le quinte”, nella loro parte più vera, quella più intima e umana.
Quattordici personaggi e altrettante storie che generano un continuum narrativo in cui fanno da collante le emozioni e i sentimenti.

E’ un libro di grande fascino, in grado di toccare le corde dei sentimenti sia agli occhi di chi apprezza la raffinatezza delle immagini, la luce e  la loro composizione, sia a coloro che desiderano assaporare le parole ed affidarsi ai testi, elementi che rivelano la natura intima e delicata di questo progetto.
Ha un pregio particolare “Dietro il tendone – quando le luci si spengono”: è una bellissima storia che si lascia leggere con piacere e guardare con incanto.
Parole semplici e fotografie ricercate danno vita ad un prodotto culturale ambizioso, di qualità e di alto livello.
Le emozioni e i sentimenti che incarnano i personaggi sono apprezzabili anche singolarmente, senza perdere il vigore essenziale del progetto nella sua interezza.
Un intreccio tra parole e immagini che non consente al pubblico di capire se siano nate prima le une e poi le altre, un legame che ad un'attenta osservazione potrebbe far trasparire come le prime possano aver influenzato le altre e viceversa.


Estetica delle immagini, ricercatezza della composizione, delicatezza e profondità dei testi, si fondono in un progetto culturale di altissimo profilo; un libro dedicato a tutti coloro che hanno ancora il desiderio di abbandonarsi alle emozioni e lasciare che esse ci consentano di fare luce nei nostri aspetti più interiori, sogni compresi.

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http://behindthecurtain.it/fotografo-e-autore/

Daniele Tedeschi: Fotografo e VideoMaker
Nato a Macerata il 29 Aprile 1973.  Fin da piccolo ho amato sempre l’arte in ogni sua forma (o quasi)Ho iniziato a fotografare molto tardi e per caso, ma aver lavorato per 15 anni in ambiente grafico mi ha dato un forte aiuto nella cura estetica delle immagini che scattoLa ricerca di uno stile del tutto personale e la continua sperimentazione mi rendono un fotografo al di fuori degli standard.La maniacale ossessione per i dettagli è una prerogativa dei miei lavori. 
Daniela Maschi: Autrice e costumista
Nata a Rimini il 16 Aprile 1982.Tutto quello che c’è da dire di me potrebbe essere scritto dentro un taccuino. E’ lì che l’ho scritto, poi l’ho dimenticato da qualche parte sotto un albero…
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Per conoscere il libro, i personaggi, gli eventi e le curiosità relative a "Dietro il Tendone":
  • http://behindthecurtain.it/
  • https://www.facebook.com/dietroiltendone/
Lasciatevi incantare dalla bellezza delle fotografie e catturare dalla profondità del racconto!



martedì 13 dicembre 2016

Recensione "La Spia" Paulo Coelho

La Spia
Paulo Coelho

Genere: Biografico/storico
Formato: Brossura
 Pagine: 206
Giudizio sintetico





 Parigi, prigione di Saint-Lazare, 1917. Una donna attende con fierezza la propria esecuzione. Le rimane un solo desiderio: che sua figlia sappia la verità; che la figlia, che lei non vedrà mai crescere, non creda ad altri che a sua madre. E così prende carta e penna per raccontarle la sua vita avventurosa e controversa. Lei, che attende la fine a Saint Lazare, è Mata Hari, la donna più desiderabile e desiderata del suo tempo: ballerina scandalosa, seduttrice degli uomini più ricchi e potenti del suo tempo, capace di diventarne cortigiana, amante e fidata confidente; e, forse per questo, di suscitare gelosie e invidie nelle donne e mogli della aristocrazia parigina. Lei è la donna dai molti nomi: Margaretha, il nome di battesimo; Mrs McLeod, come la chiamavano aJava; H2T, il nome in codice che i tedeschi le avevano dato in guerra. Il passato di Mata Hari è oscuro, il presente pericoloso: ha dedicato la sua vita alla libertà e al desiderio, ha sfidato i pregiudizi della società. E ora sconta l'accusa infamante di spia. Ma la sua unica colpa è stata di essere una donna libera.

Recensione:
Margaretha Geertruida Zelle, classe 1876, occhi scuri, capelli corvini e spumosi, fisico slanciato e asciutto, sguardo profondo e carico di mistero...conosciuta da tutti come Mata Hari e protagonista del nuovo romanzo di Paulo Coelho.

La scena che ci troviamo aprendo il romanzo è una fredda e desolata cella della prigione di Saint-Lazare, a Parigi, dove una donna attende, calma e composta, di essere prelevata e condotta di fronte ad un plotone di esecuzione che eseguirà la pena a cui è stata condannata.
L'ultimo pensiero della donna è quello di trascrivere le proprie memorie in modo tale che la figlia, che non avrà mai modo di veder crescere,  possa conoscere la verità sulla vita della mamma, ballerina scandalosa, amante di uomini facoltosi, seduttrice e confidente, ma con la profonda fedeltà in se stessa e nelle sue battaglie combattute dall'infanzia alla morte tra sofferenze e grandi successi.
La storia di Mata Hari prende forma, e dal bianco e nero di una scuola prestigiosa olandese inizia la storia di un personaggio straordinario, che ha saputo rinascere dalle ceneri come la fenice e prendere il volo verso una vita piena di avventure e successo che l'ha poi portata ad una tragica fine.
I tratti di Margaretha non erano tipicamente olandesi, occhi, capelli e carnagione scura erano caratteristiche molto diverse dai connazionali.
Quando si sposò, rispondendo ad un'inserzione matrimoniale, con il capitano Rudolph Mac Leod, da cui ebbe la figlia citata in precedenza, si trasferì in Indonesia dove sofferenze, lutti e soprusi la convinsero ad abbandonare la famiglia e tornare in Europa per tentare l'avventura nella grande città e, con il trasferimento a Parigi nel 1903, il successo fu immediato e internazionale.
Le sue danze, a suo dire quelle delle sacerdotesse del dio Shiva, incantarono il pubblico parigino con le movenze e lo spogliarsi velo dopo velo.
Il successo, di pari passo con l'impennarsi di amanti e uomini facoltosi caduti ai suoi piedi, divenne presto internazionale, con spettacoli in tutta Europa.
Nel 1914 si trasferì a Berlino per uno spettacolo, e qui, con lo scoppio della prima guerra mondiale, fu obbligata a tornare a Parigi senza bagaglio.
Proprio per il recupero di questo bagaglio, il tira e molla tra Francia e Germania la portò a trasferirsi in Olanda dove, la sua cerchia di amanti si arricchì con importanti ufficiali tedeschi che la ingaggiarono come agente segreto, con il nome di H21.
In questa fase ha inizio un pericoloso doppiogioco che la porterà all'epilogo conosciuto ai molti.

Mentre la storia di Mata Hari è nota, misteriosa e dettagliatamente conosciuta in tutto il mondo, l'importanza del libro di Paulo Coelho, è la grande riflessione sulla libertà di una donna che non ha rinunciato mai ai suoi principi e che ha saputo, attraverso discutibili mezzi e metodi, mantenere libera la sua vita, desiderare sempre e costantemente la libertà e il successo sfidando i pregiudizi della società.
Una forza, una determinazione, una profonda volontà capace di far piegare il mondo ai suoi piedi.
Purtroppo, chi le aveva donato speranza, amore e beni materiali, non ha saputo mantenere il passo con una forza travolgente che ha perso il controllo delle proprie azione pagando a caro prezzo.
La forza interiore di questa donna è stata così grande da permetterle, prima della fucilazione, di dire "sono pronta" ai suoi assassini.

Negli ultimi venti anni, i servizi segreti britannici, tedeschi e olandesi, hanno reso pubblici i documenti riguardanti Mata Hari, ed è proprio da questi faldoni di documenti che Paulo Coelho ha deciso di intraprendere studi approfonditi per raccontare la storia della vita di questa femminista capace di sfidare uomini, nazioni ed etichette sociali per la propria indipendenza.
Il risultato è un libro eccezionale, specchio di una vita piena e interessante.
Un disegno completo di variegati avvenimenti scandalosi, accattivanti, pericolosi ma anche commoventi e discutibili.
Un libro che scorre per la semplicità con cui l'autore descrive e racconta avvenimenti accaduti più di cento anni fa ma che rimangono attuali per il giudizio che troppo spesso la società esprime e la facilità con cui si condannano le persone.

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Paulo Coelho:
Prima di acquisire una notorietà internazionale e divenire un autore di best-seller mondiali, ha dovuto superare molti ostacoli. Durante l’adolescenza, ha subito la terapia degli elettroshock: accadde quando, tra il 1966 e il 1968, i genitori lo fecero ricoverare per tre volte in un ospedale psichiatrico, reputando un segno di pazzia il suo atteggiamento ribelle. 
A causa della frequentazione di alcuni ambienti artistici, venne incarcerato e sottoposto alla tortura fisica per presunte attività sovversive contro la dittatura brasiliana.
Più tardi,  incontrò la rock star Raul Seixas e aderì al movimento hippie, vivendo quella che venne considerata l’età "dell’amore e della pace”, l’epoca di “sesso, droga e rock’n’roll”. 
Insieme, tra il 1973 e il 1982, i due artisti composero circa 120 canzoni, che rivoluzionarono la musica pop in Brasile.
Hippie, giornalista, rock-star, attore, commediografo, regista teatrale e produttore televisivo; un insieme di attività che si interruppero nel 1982 durante un viaggio in Europa. 
A Dachau, e qualche tempo dopo ad Amsterdam, Paulo ebbe un incontro mistico con “J”, il suo futuro mentore, che lo convinse a percorrere il Cammino di Santiago de Compostela, un pellegrinaggio medievale la cui strada si snoda tra Francia e Spagna. 
Nel 1986 Coelho percorse il Cammino di Santiago: fu lì che riabbracciò il cristianesimo, ritrovando quella fede che gli era stata trasmessa dai gesuiti durante il periodo della scuola. Egli avrebbe descritto questa esperienza nel suo primo libro, Il Cammino di Santiago, pubblicato nel 1987 e tradotto in Italia nel 2001 da Bompiani. 
L’anno successivo, uscì la sua seconda opera, L’Alchimista (pubblicata in Italia nel 1995 da Bompiani), quella che gli consentì di ottenere una fama mondiale. 
Tra le altre sue opere troviamo Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto (1996), Monte Cinque (1998), Manuale del guerriero della luce (1997), Veronika decide di morire (1999), Il diavolo e la signorina Prym (2000), Undici minuti (2003), Lo Zahir (2005), Sono come il fiume che scorre (2006), Henry Drummond, il dono supremo (2007), La strega di Portobello (2007), Brida (2008), Il vincitore è solo (2009), Amore (2010), Le Valchirie (2010), Aleph (2011), Il manoscritto ritrovato ad Accra (2012) e Adulterio (2014), tutte pubblicate da Bompiani. Nel 2016 pubblica con La nave di Teseo La spia.
Paulo Coelho ha ricevuto numerosi premi internazionali.
Dal 2002 è membro dell'Accademia Brasiliana delle Lettere.
Insieme con la moglie Christina Oiticica divide la sua vita tra Rio de Janeiro e l’Europa.
Fonte: dal sito ufficiale dell'autore
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"La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento."
Mata Hari




domenica 11 dicembre 2016

Recensione di "Pop Toys" di Giovanni Lucchese


Pop Toys
Giovanni Lucchese

Genere: Racconti
Pagine: 105
Editore: Alter ego





E se i giocattoli potessero parlare? Quante, e soprattutto quali storie racconterebbero?
Di sicuro non le favole che iniziano con "C'era una volta.." e terminano con "...e vissero tutti felici e contenti". Eh no. I giocattoli di Giovanni Lucchese sono pop, e in quanto tali non possono che essere calati in tutto e per tutto nella modernità e nel quotidiano. Nella vita, insomma.
Ai suoi Pop Toys l'autore affida una critica feroce e disillusa: che si tratti di Barbie, despota viziata e viziosa, di Pinocchio e delle sue fragilità, delle Bratz, eroine del femminismo più radicale, o di un Playmobil all'improvviso consapevole di essere ormai sorpassato, i protagonisti di questa originale raccolta descrivono, attraverso le proprie vicende, la società che li circonda e nella quale, a volte loro malgrado, sono costretti a vivere. Su tutti, Il mostro. Perchè, a volte, i veri mostri non sono quelli di plastica ma quelli in carne e ossa. E perchè, a volte, i peluche e le ballerine nelle sfere di cristallo hanno un cuore molto più grande degli esseri umani.

Recensione:
Natale si avvicina e, come sempre a poche settimane di distanza, è iniziata la caccia al regalo perfetto per far contenti i bimbi nel giorno più dolce dell'anno.
Ma se quei giochi di plastica, spesso "made in China", avessero un lato umano, cosa avrebbero da raccontare? Quale quotidianità si nasconderebbe dentro la cesta dei giochi satura di omini e animaletti costretti a convivere per la gioia del bimbo che li possiede?

L'inizio di questo libro rende esattamente l'idea di ciò che può accadere nella cesta dei giochi, nel momento in cui il soldatino perde la trombetta, e tutta la combriccola di giocattoli si mobilita, più o meno di buona volontà, per recuperarla.
Ne esce un perfetto e variegato estratto di caratteri, un vagone del trenino sboccato, l'insopportabile Sapientino, il costante battibecco tra Barbie e le Bratz.
E questo è l'inizio di una serie di racconti che, proprio attraverso queste differenze, affronta temi spesso delicati, che caratterizzano la società umana riflessa nei giocattoli che diventano spugne di ciò che li circonda.
Donando a questi giochi vita e quotidianità, l'innocenza di questi oggetti viene sostituita da caratteristiche ben definite che danno vita a modernità ma anche a situazioni di grande profondità, che fanno riflettere e che permettono di meditare sulla reale evoluzione della nostra società, dove l'uniformarsi continuo, la ricerca perenne del successo e della forza caratteriale, sfociano in episodi di violenza e di difficoltà interiori che portano a tragedie spesso annunciate.

In questi racconti troviamo davvero momenti di divertimento e allegria, come i desideri di "Big Jim Squalo 7" che per Natale si trova nelle mani di una bambina riccioluta e non dal bimbo dalle missioni avventurose che ha sempre desiderato.
Troviamo il desiderio di riscatto di un vecchio gioco PlayMobil che non si arrende al passare della moda e cerca in tutti i modi una nuova vita, anche affrontando gravi pericoli.
La vecchia macchinina che manomette la pista per le corse per non smettere di vincere ed essere accantonata o eliminata dai giochi preferiti.
Lo straziante desiderio di Biancaneve, preziosa e rara, convinta dalle Winx ad avere fiducia in se stessa e nella sua capacità di volare con un po' di desiderio...
Barbie e il suo ego senza limiti, ma anche la vita nell'attico urbano dove le preoccupazioni di Ken ruotano attorno a depilazione e corpo perfetto.
La difficile vita dei nani da giardino, Pinocchio e l'omofobia, e tanti tanti altri.

Attraverso questi racconti, Giovanni Lucchese dona ai giocattoli la vita, e ciò che ne emerge è una raccolta di avvenimenti legati molto alla modernità quotidiana della nostra società.
Si affrontano temi delicati come l'omofobia e il bullismo, la fragilità e l'invidia in modo toccante, serio e profondo, cogliendo il senso di ogni avvenimento, anche se i protagonisti sono spesso, e non sempre, pezzi di plastica non proprio ritratto della serietà.
Oggetti che dovrebbero rappresentare infanzia e spensieratezza, diventano artefici e carnefici, vittime e salvatori di una società che li circonda, più grande ed elaborata, ma che ha saputo trasmettere tutte quelle caratteristiche che rendono la modernità un calderone di violenza, giudizio e ricerca perenne di successo.
E anche se si alternano momenti profondi ad altri più divertenti, il messaggio dell'autore è chiaro e perfettamente elaborato.
Che siano oggetti di plastica, pezza o porcellana, se doniamo umanità a tutto ciò che ci circonda, il riflesso delle nostre vite modificherà anche l'animo dell'oggetto più innocente.
Le perversioni erotiche, le fragilità, l'invidia, la diversità e l'ego, mieteranno vittime e renderanno un mondo di svago e spensieratezza, luogo di profondi e atroci attimi di una società che circonda noi esseri umani ma che non vediamo, o non vogliamo vedere.
A volte però, i giochi danno dimostrazione di avere un cuore più grande di noi umani, quando un mostro in carne e ossa, cerca di spezzare la serenità dei piccoli padroni di giocattoli dall'animo buono.

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Giovanni Lucchese è nato a Roma nel 1970. Dopo aver studiato recitazione e lavorato in alcuni piccoli teatri di Roma, si è trasferito a Londra per alcuni anni.
Nel 2002 è tornato a Roma, dove lavora come libero professionista. Appassionato di musica, cinema e letteratura contemporanea, dal 2012 frequenta corsi di narrativa presso la Scuola Omero.
Ha pubblicato diversi racconti sulla rivista "O", sul blog "Fantareale" (El diablo e Nylon) e sulla piattaforma "Storiebrevi". Pop Toys è la sua prima raccolta di racconti, recensita in modo positivo dalla commissione del Premio "Calvino 2015". Attualmente è impegnato nella stesura del suo romanzo.
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martedì 6 dicembre 2016

Recensione de "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee


Il Buio oltre la siepe
Harper Lee

Formato: Brossura
Editore: Universale Economica Feltrinelli           
Pagine: 290

Giudizio sintetico





In una tranquilla cittadina dell’Alabama la piccola Scout, vivace e avventurosa bambina un po’ “maschiaccio”, racconta le vicende che ruotano attorno alla tranquilla quotidianità della comunità fino a quando il padre, l’avvocato Atticus Finch, viene incaricato di difendere un uomo di colore dall’accusa di violenza carnale.
La tranquilla cittadina e la piccola Scout vedranno le dinamiche di paese cambiare, alcuni misteri risolversi e le innocenti e svagate estati saranno un lontano e infantile ricordo, tra la maturità e la presa di posizione rispetto alla discriminazione razziale.


Recensione:
 “Blind date with a book” oppure più semplicemente “libri al buio”. 
E' stato grazie a questa nuova iniziativa, dove si sceglie un libro solo da piccoli indizi scritti sulla carta semplice che li ricopre, spesso chiusi con lo spago, che io e Harper Lee ci siamo incontrate.

"Il buio oltre la siepe" ha fatto da cornice a questo incontro dove, su un tavolo, i campanelli da speed date sono stati sostituiti da un Premio Pulitzer, in un quadro all'interno del quale ho trovato una protagonista molto simile alla “me bambina”, il tutto condito da un sapore di contemporaneità, a 56 anni dalla pubblicazione.
E così, come gli amori più sorprendenti, è nato tutto per caso, un libro al buio e un tuffo in una storia ambientata tanti e tanti anni fa…(ci ho messo un po’per capire quanto)!!

Tutti abbiamo dei vicini di casa, dei concittadini particolari con caratteristiche uniche; chi parla troppo, chi sa tutto di tutti, chi fa pipì dal porticato di casa (ooops), chi gira con il fucile, chi ha occhi solo per il giardino.
E poi c’è chi non esce di casa da una vita e stuzzica la fantasia di tre bambini (i fratelli Finch e l’amico Dill) che nella prima parte del libro, con la narrazione divertente e semplice di Scout, riempiono le estati vissute a Maycomb tra marachelle, spiate e avventure che infastidiscono non poco questo particolare e discutibile vicinato e qualche parente in visita.
Quei vicini poi ti sembra quasi di conoscerli, di vederli, di osservare con occhio attento le caratteristiche di ognuno di loro.

Oltre al vicinato, Scout e il fratello Jem, hanno un ottimo rifugio; le gambe di papà Atticus, avvocato impegnato ma con tante attenzioni da dare ai figli, e la domestica Calpurnia, severa ma dolcissima donna di colore che regala perle e ferrea educazione ai due spiriti liberi di casa.
Proprio Atticus a metà libro diventa il protagonista indiscusso della storia, quando cioè viene incaricato di difendere Tom, afroamericano umile, dall’accusa di violenza carnale.
Il processo diventerà, nelle vite monotone della comunità, occasione di scontro, violenza e copertura di azioni abominevoli.
Questo avvenimento unirà la comunità dall’interesse, ma la dividerà dal pregiudizio e dalle opinioni spesso frutto di una superiorità ideologica socialmente accettata.
Scout e Jem saranno testimoni diretti di ingiustizie, atrocità e violenze che muteranno il modo di pensare e di vivere ma che non scalfiranno il coraggio e la sete di giustizia di una “nuova generazione” che sarà , forse, migliore della precedente.

“L’unica superiorità che l’ometto sul banco dei testimoni poteva vantare sui propri vicini di casa consisteva nel fatto che, a strofinarlo con la liscivia e acqua molto calda, si sarebbe scoperto che la sua pelle era bianca”.

Pubblicato nel 1960 posso solo immaginare, con facilità, il perché dell’immediato successo, tanto che due anni dopo Gregory Peck fu protagonista dell’omonimo film a cui andarono ben tre premi Oscar.
Un argomento attuale all'epoca, attuale ancora oggi!
Sicuramente la maestria nella narrazione e la facilità di lettura, l’orchestra di dialoghi, il passaggio netto ma ordinato dalle marachelle estive all’aula di tribunale, il trasporto nelle fasi del processo, hanno favorito questo successo.

Ma la più grande riflessione va fatta sull’anno di pubblicazione: il 1960! anno dell’abolizione della segregazione legalizzata negli USA (leggi Crow) ma ancora ben radicata negli Stati del sud. Anno ancora però troppo lontano dal “Civil Right Act” del 1964 o dal rifiuto di cedere il posto sull’autobus di Rosa Parks o dal matrimonio, il primo misto, del 1967.
Il romanzo è ambientato molto prima del 1960 (no, non vi svelo quando), erano altri tempi, mancava ancora all’appello una Guerra Mondiale (ah, piccolo indizio) ma in quegli anni una cosa era già molto attuale, il razzismo.
Alzi la mano chi non ha mai pensato che noi, siamo un pochino “più avanti rispetto ai pensieri antiquati di trent’anni fa” eppure negli anni sessanta era ancora molto attuale l’emarginazione, la povertà morale, la superiorità intorno al colore della pelle.
“Il buio oltre la siepe” rappresenta già nel titolo la paura dell’ignoto che genera il pregiudizio.
E se tenete presente che proprio in Alabama la costituzione prevede ancora che siano istituite scuole separate per bambini bianchi e di colore (sì, nel 2016) è bene che si continui a fare leggere questo libro nelle scuole e che anche gli adulti si confrontino con questo capolavoro di profonda semplicità umana.


Harper Lee

Studiò legge e poi si impiegò a New York presso una compagnia aerea. 
Amica di Truman Capote da quando aveva tre anni, fu consigliata da lui a mettere per iscritto i racconti che lei andava facendo della propria infanzia.
Lasciò il lavoro per scrivere il suo primo libro, Il buio oltre la siepe (1960), che le valse il premio Pulitzer. Dal romanzo fu tratto, nel 1962, l'omonimo film, diretto da Robert Mulligan e interpretato tra gli altri da Gregory Peck.
Nel 2006 nel film Infamous - Una pessima reputazione il suo personaggio è intrepretato da Sandra Bullock.
Nel 2007 le è stata attribuita la Medaglia presidenziale della libertà, per il suo romanzo Il buio oltre la siepe (in Italia edito da Feltrinelli) che secondo la motivazione del premio: "ha influenzato il carattere del nostro paese in meglio. È stato un dono per il mondo intero. Come modello di buona scrittura e sensibilità umana questo libro verrà letto e studiato per sempre".
Nel 2011 per Emons/Feltrinelli è stato realizzato l'audiolibro letto da Alba Rohrwacher. Nel 2015 esce Va', metti una sentinella, il sequel de Il buio oltre la siepe, pubblicato in Italia da Feltrinelli.
Harper Lee è morta il 19 febbraio 2016 a Monroeville, in Alabama, dove ha sempre vissuto. 
Fonte Ibs.it



“Quasi tutte le persone sono simpatiche
Quando si riescono a capire”